Nessuno vuole il male del Lecce, nemmeno i cosiddetti “faugni” o “castarieddhri“. Basta con la ormai inattaccabile “narrazione unica” sul presente e sulle sorti della formazione giallorossa. Questo, ma non solo, il riassunto e il senso degli argomenti affrontati nel “salotto” (ma sarebbe meglio dire nella “sala d’attesa”) di Nu Pocu e nu pocu. In compagnia del consueto quartetto Aufieri-Fiorentino-Zollino-Montinaro e dell’ospite di giornata, il giornalista di Lecceprima e “seguace” dei colori giallorossi, Gabriele De Giorgi.
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Una critica della narrazione unidirezionale
Tra le consuete gag, imitazioni e battute, gran parte del podcast è stato incentrato sulla situazione attuale del Lecce in vista del rush finale per la corsa salvezza. E, in particolare, sulla “apparizione” del direttore tecnico Pantaleo Corvino di lunedì 24 marzo a TeleRama. Al di là delle battute sul concetto di “paura”, che tifosi e giocatori dovrebbero avere nel finale di campionato per esprimere l’energia mentale necessaria alla salvezza – concetto espresso da Corvino a più mandate- il cuore del dibattito si è incentrato proprio sulla parola “narrazione”.
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Una delle tre parole venuta fuori dalla rubrica “Ogghiuddicu, dammi tre parole” e sviluppata da Gabriele De Giorgi in occasione della “domanda a tema libero” propostagli da Andrea Aufieri. “Ci affezioniamo troppo alla narrazione che ci creiamo dentro noi stessi – ha spiegato il giornalista – e siamo poco disposti ad ascoltare le ragioni degli altri. E ciò accade a tutti i livelli. Ormai sembra quasi che ci sia una suddivisione manichea tra correnti di pensiero diverse e sembra quasi che qualcuno aspetti la fine del campionato per infierire sulla parte avversa e dire ‘ve l’avevo detto’.
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“Ma davvero i conti si fanno alla fine?”

“C’è una cosa in questi giorni che veramente mi ha amareggiato e che fa scadere la qualità del dibattito e del confronto. Senza dimenticare che stiamo parlando semplicemente di calcio. Mi ha amareggiato sentire la frase ‘i conti si fanno alla fine’ perché mi sembra banale e retorica. Cosa significa questa frase? Che dalla prima all’ultima di campionato non possiamo dire niente? Ok che le sentenze arrivano alla fine del dibattimento, nel nostro caso del campionato. Ma cercare di svilire il confronto, l’apporto dei tifosi, la dialettica, anche usare termini come ‘nemico in casa’, no. Sono cose che mi amareggiano. Perché io non credo che ci siano tifosi o addetti ai lavori disposti a preferire la retrocessione del Lecce per poter avallare alcune loro idee”.
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“Il dibattito sulle vicissitudini delle squadre e il confronto, anche aspro, c’è ovunque. Andate a vedere cosa succede a Roma, con l’universo delle radio di Roma e Lazio, oppure a Torino, a Firenze e così via. Non possiamo stare zitti – ha incalzato De Giorgi – e nel perimetro della civiltà siamo legittimati a sostenere come ad obiettare, e dire che i conti si fanno alla fine. E che da questo momento bisogna solo tifare… Questo non è accettabile. Se io dico che oltre a Krstovic serviva un’altra punta, non per scalzarlo, e quella non è Rebic, cosa della quale si sono ormai accorti tutti, non voglio essere catalogato come un ‘nemico’. Ccome un ‘faugnu’, come un ‘castarieddhru’. Io devo essere libero di dire queste cose e mi dispiace se qualcuno si sente offeso, ma qui non ci sono nemici del Lecce. Questa cosa fa male a tutto l’ambiente”.
Le perle della Primavera e le conferme della prima squadra
Una posizione molto chiara e condivisa in studio, affiancata poi da altri argomenti come il futuro legato alla Primavera e alla possibile esplosione (con conseguenti “plusvalenze”) di altri elementi dopo Dorgu e Berisha: Gorter “il nuovo Hjulmand”, Delle Monache e Scott i più quotati. Elogi per le “perle” del campionato, finora, nella prima squadra di Giampaolo: secondo De Giorgi le crescite di Gallo, Pierotti e Krstovic e l’attesa dell’esplosione di Kaba, prospettiva di cui è convinto.
Tornando invece al presente, il tema è la corsa alla salvezza di un Venezia in costante crescita, molto apprezzato sia da Pino Montinaro che da De Giorgi e che fra una settimana approderà al Via del Mare per giocarsi tutto: “La qualità del gioco del Venezia non vale la sua classifica – ha rimarcato il giornalista di LeccePrima -, l’unico difetto evidente è che segna poco, difetto molto grave in serie A, ma è vivissima e vuole giustamente giocarsela”.
E adesso arriva la Roma
Ma ora c’è la Roma e sulla scia della rubrica “#rretulangulu” di Piergiorgio Fiorentino, che ha sottolineato come la squadra di Ranieri sia quella con più punti nel 2025, l’idea di De Giorgi è assolutamente chiara: “Dopo i risultati che le altre stanno facendo, punticini qua e là, e le nostre quattro sconfitte consecutive, non ci sono più partite da mettere in soffitta come ‘sconfitte che possono essere messe in preventivo’, bisognerà giocarsele tutte al massimo e fare almeno un punto, perché non siamo più nelle condizioni di giocarci dei bonus”.
Tutto questo e molto altro ancora nella puntata 66 di Nu pocu e nu pocu su YouTube e Spotify.
La puntata 66 di Nu pocu e nu pocu
Vignetta di Francesco Siliberto
Revisione dell’articolo: Andrea Aufieri