Tra il serio e il faceto, la puntata numero 60 di Nu pocu e nu pocu prova a coniugare le due più grandi “distrazioni di massa” italiane, cioè come sempre facciamo, il calcio e poi – in occasione di quella che gli entusiasti definiscono “Settimana Santa” – il Festival di Sanremo, che si terrà tra l’11 e il 15 febbraio 2025. Manifestazione giunta alla sua settantacinquesima edizione.
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Durante la registrazione abbiamo raggiunto al telefono la collega Bianca Chiriatti, inviata a Sanremo dalla Gazzetta del Mezzogiorno. In attesa della risposta, Pino Montinaro ha azzardato quella che secondo lui sarà la vincitrice del festival, cioè Giorgia. Vicina al Salento, peraltro, dopo aver annunciato di voler avviare la sua avventura nella ristorazione a Galatina, città che l’ha di fatto adottata.
L’ipotesi di Montinaro vede l’approvazione di Bianca Chiriatti. Esperta di musica, già con un curriculum veramente denso, che vanta una rubrica su Cosmopolitan e le collaborazioni con Mediaset Radio Capital. Fino all’avvio del lavoro alla redazione centrale della Gazzetta, a Bari.
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Bianca Chiriatti e Sanremo: una relazione quasi decennale
“La prima volta a Sanremo per me è stata nel 2016, quindi sono al nono anno di esperienza”. E la sua edizione preferita è quella del 2020, prima del lockdown, passata alla storia per il famoso “Dov’è Bugo” di Morgan.
Dalle preview per i giornalisti che si sono tenute in contemporanea a Roma e Milano, Bianca ha sviluppato una top 5 degli artisti di quest’anno:
“Premetto che è un Sanremo molto diverso rispetto a quello di Amadeus – quest’anno affidato a Carlo Conti, che già lo aveva diretto per un triennio fino al 2017-, anche se si parla comunque di tanto amore con i brani tanto amore sviscerato in tutte le sue sfaccettature, no? Non c’è solo l’amore di coppia, ma c’è anche l’amore tra padri e figli, c’è l’amore tra figli e genitori, che è una cosa molto bella”.
Poco spazio ai temi sociali
“I temi sociali molto pochi, anche se li cita un po’ Willy Peyote, un po’ Rocco Hunt che racconta la storia dei cervelli in fuga, che insomma, anche per noi pugliesi è una è un tema abbastanza caldo. In generale, rispetto ai festival di Amadeus, forse si balla un po’ meno, ci sono più ballad, tanto cantautorato, devo dire, mi ha colpito molto la presenza di interpreti e autori “di peso”: Lucio Corsi, Joan Thiele, Brunori, Simone Cristicchi, che peraltro ha una bellissima canzone”. “Un festival molto colorato tante tinte diverse, saranno lunghe le serate, è inutile girarci intorno, sono 29 artisti in gara, forse potevano fare meno”.
La Top5 di Sanremo per Bianca Chiriatti
“Sul mio podio ci metto Achille Lauro, perché secondo me ha un brano che segue un po’ l’onda dell’ultimo singolo “Amore disperato”, che è molto più lento rispetto anche a quello che ha fatto in precedenza, molto di intenso, di impatto.
Poi mi è piaciuto molto il brano di Noemi, perché è scritto da Mahmood e Blanco, una coppia da “Brividi”, come ha detto lei stessa in un incontro che abbiamo fatto qualche giorno fa. E poi il mio preferito in assoluto, Olly, perché ha questa canzone che secondo me rispetta tutti i criteri per avere la cosa che funziona al Festival di Sanremo, quindi una canzone che ha un bel testo, una canzone che inizia un po’ più piano, poi pian piano esplode, è bella, si fa cantare, è emozionante il suo autore anche nel suo modo di cantare e poi lui ha questo spirito piuttosto positivo come persona, cioè è sempre sorridente, sempre sul pezzo. Secondo me l’atteggiamento fa tanto.
Me ne avete chieste cinque, allora te ne dico altre due. Giorgia sicuramente. Lei questa volta può vincere. Io credo che il brano non è tra i miei preferiti, cioè secondo me lei può fare ancora molto di più con quella voce, soprattutto, però sono sicura che si piazzerà bene.
Un altro che mi è piaciuto tanto è quello di Massimo Ranieri, ma più che altro perché è un brano molto teatrale e anche lì Massimo Ranieri fa Massimo Ranieri. Sembrerà di essere a teatro a vedere un suo show e sicuramente farà bene, quindi in classifica prevedo una posizione piuttosto alta per lui”.
Il FantaSanremo di Bianca Chiriatti
Hai fatto il FantaSanremo? “Certo, si fa ogni anno, tra l’altro io ho una lega, se vi volete iscrivere, si chiama “Salastampa in diretta” per rimanere in tema. Vi dico semplicemente che proprio ieri ho parlato con Serena Brancale, poi bandiera della Puglia quest’anno è molto pronta e ha detto anche che ha studiato il regolamento del FantaSanremo, quindi diciamo prenderla in squadra potrebbe essere una bella opportunità. È una cosa carina, stempera un po’ il lato più istituzionale del festival. Finché non si esagera va bene farlo.
I gusti musicali di Bianca Chiriatti
A parte la scena nazionalpopolare di Sanremo, quali sono i gusti musicali di Bianca, esperta critica del settore? “In realtà io nasco seguendo musica non italiana, il mio gruppo italiano preferito sono i Baustelle, quindi seguo quella scuola indie, come si chiamava all’epoca, però il genere che mi rispecchia è proprio la musica degli anni ’90: il rock, gli Oasis, che sono una mia grandissima passione. Poi, appunto, lo spazio della musica anni ’90 mi piace tutto dalla dance al pop più schietto, al rock, anche rock pesante.
Secondo me negli ultimi anni l’Italia ha fatto e sta facendo molto bene, anche a livello di sperimentazioni. Si va sempre un po’ oltre quelle che sono le proposte che ti fanno magari le case discografiche, però ci sono le piattaforme varie e si può spaziare parecchio. Se sai cercare, le cose buone ci sono e nel nostro paese anche nella nostra regione. Lecce, poi, sappiamo che è una città che vive tanto di musica e si trovano, si trovano e sono anche molto belle”.
La polemica sui testi scritti con l’IA
Un ottimo spunto di riflessione è quello di testi eventualmente generati dall’intelligenza artificiale. “Ottima domanda. In realtà ho pensato, ridendo con i colleghi, che il testo di Gaia – lo ascolterete – si ripete molto, e potrebbe far pensare i programmi d’intelligenza artificiale. Non è così, sicuramente, però è anche vero che quest’anno c’è stata un po’ la polemica sul fatto che un gruppo ristretto di autori ha scritto praticamente il 70 percento dei brani in gara.
Il trittico Sanremo-Lecce-dolci
L’aspetto surreale di Nu pocu e nu pocu affiora nel momento in cui Andrea Aufieri chiede a Bianca Chiriatti di associare un artista in gara alla personalità dei giocatori e dello staff tecnico, con l’ulteriore contributo di Fabio Zollino che – inebriato forse dai tre punti a Parma – vuole distribuire dolci a tutti.
Ci saremmo potuti dilungare, visto che appunto avremmo potuto usare tutta con i 29 artisti in gara, però ci siamo mantenuti su quelli più rappresentativi.
- Pantaleo Corvino: “Esperto, testardo, istintivo, un pelino permaloso”. La tua risposta?
Chiriatti. “La mia risposta è Shablo con Guè, Joshua e Tormento. Tra l’altro Shablo è amico del Salento, perché è stato l’ultimo maestro concertatore della Notte della Taranta, si porta sul palco un po’ di amici, e parliamo di personaggi come Guè, che sono sul mercato musicale da tanto, ma anche Tormento, storia del rap italiano. Un pelino permalosi, perché appunto Guè già qualche giorno fa ha specificato di essere risentito che Carlo Conti lo chiama “Ghè” e non “Guè” che viene da Guercio, perché lui ha questo occhio un po’ chiuso. E poi puntualizza che in gara non c’è lui, ma Shablo. ‘La mia è una featuring’, specifica sempre. Fumantino il ragazzo”.
Zollino: “Per Corvino il turcineddhru di cioccolata non c’è. E quindi ho virato verso il mustazzolo. Un dolce ‘massiccio’, di carattere, speziato, tipico e ruspante”.
- Saverio Schicchi Damiani, appassionato, competente, vincente. È il presidente del Lecce con più vittorie di sempre in Serie A. Patriottico nel senso che sta proprio dentro “il confine di Surbo”, per chi segue il presidente.
Chiriatti: “Massimo Ranieri. Intanto perché è appassionato. Lui ha un modo molto teatrale di cantare. Competente e vincente, be’: ‘Perdere l’amore’ è la canzone che ha vinto Sanremo nel mio anno di nascita, quindi nel 1988, ci sono parecchio legata. Patriottico perché in questo Sanremo, Massimo Ranieri, chiaramente campano doc, porta sul palco un omaggio tutto dedicato a Napoli. Sarà nella serata dei duetti del 14 febbraio con i Neri per caso e si esibirà su un brano di Pino Daniele. Tra l’altro, quest’anno a Sanremo – approfitto per dirlo – ci sono più omaggi alle città italiane. C’è tanta Napoli, non sono i soli a omaggiare Pino Daniele, c’è tanta Roma e c’è anche tanta Genova con addirittura due canzoni di Fabrizio De Andrè.
Zolino: “Per Stichi Damiani un dolce più chic. Ho optato per un flan al cioccolato con cuore morbido, però non sempre al cioccolato, bensì ai frutti di bosco, attenzione, la passione.
- Mister Marco Giampaolo: motivatore, insonne, tormentato, invasato, maestro.
Chiriatti: “Achille Lauro! La parola che mi ha illuminato questo abbinamento è tormentato perché diciamo negli ultimi anni insomma Achille Lauro ha voluto un po’ sperimentare. Dal punto di vista musicale è stato davvero anche un po’ pioniere… Ha spaziato, ha cominciato con la trap, con il rap, poi il pop, il rock. Ed è un po’ invasato il ragazzo, dai, diciamocelo. Sicuramente secondo me non dorme, perché poi lui è un uomo della notte, lui è uno che di notte scrive, lavora, tra l’altro veramente ci ho parlato proprio oggi, raccontava che lui ha fatto queste sessioni con Dolce & Gabbana che lo vestiranno a Sanremo. Dice di aver passato notti creative per immaginare un progetto di look”.
Zollino: “Gioco in casa perché è il mio dolce preferito e poi ci sta proprio a pennello il tiramisù. Giampaolo è stato chiamato apposta: per tirarci su dopo un inizio di campionato un po’ titubante”.
- Capitan Baschirotto: bandiera, gran lavoratore, ma soprattutto apprezzabile agricoltore.
Chiriatti: “Lui secondo me è Francesco Gabbani. Anche qui c’è stata una parola che mi ha illuminato che è “agricoltore”. Mi è piaciuta molto questa immagine dello sporcarsi le mani.Francesco Gabbani intanto è uno capitano, una bandiera, considerando che lui ha fatto tre Sanremo e in tutti e tre ha toccato il podio,in un paio di casi ha anche vinto nelle rispettive categorie, prima nelle nuove proposte e poi nei big. Ecco, lui gran lavoratore, sempre col sorriso sulle labbra, è veramente una bella persona. Poi il brano di quest’anno si chiama Viva la vita ed è proprio un inno al vivere bene, all’accontentarsi, di godere dei piccoli momenti, e secondo me è proprio l’immagine di uno che si sporca le mani con la terra, che si rende conto delle gioie piccole della vita, proprio come un agricoltore, proprio come il nostro Capitan Baschirotto”.
Zollino: “Il dolce di Baschirotto lo stanno dando adesso nei supermercati in super offerta: è il pandoro. Anzitutto lui è della provincia di Verona. E poi lui al posto dei bicipiti c’ha due pandori tipo extralarge”.
- Nikola Krstovic: decisivo, potente, devastante, a volte disperante, aspirante altruista.
Chiriatti:”Olly, aspirante altruista perché, secondo me, si prende tutto lui e non cede niente a nessuno a livello di premi. È potente perché comunque negli ultimi anni è cresciuto tanto a livello proprio umano. Lui ha un tour già fissato fino al 2026, la sua agenda è completamente piena. E il tour è davvero completamente devastante, tra l’altro è proprio il titolo di una delle sue canzoni più famose e credo che sia una bella bomba esplosiva. Poi appunto adesso ancora nei club, poi farà i palazzetti. La sua ascesa è continua, davvero un bell’esempio. Io sono molto contenta del suo percorso, quindi per me è Olly può essere l’alter ego del bomber giallorosso”.
Zollino: Krstovic è l’agnello di pasta di mandorla perché è il dolce per eccellenza per la Pasqua, per la resurrezione, appunto, di Krstovic e a quanto pare già l’ha anticipata questa resurrezione, perché ci ha fatto una bella partita a Parma e ci ha aiutato a vincere.
- Wladimiro Falcone: predestinato, umile, paziente, entomologo specializzato in farfalle.
Chiriatti: “Stavolta andiamo su una donna che è la nostra Francesca Michelin. Mi piace questo utilizzo delle parole umile, paziente. Francesca quest’anno compie 30 anni, e quasi metà della sua vita l’ha passata in musica, ma sempre rimanendo nel suo, senza fare la “maestra”. Una ragazza con le idee molto chiare. La canzone che porta in gara è una canzone molto cinematografica: parla di una rottura, di una storia d’amore finita male, però lei la vive sempre in maniera molto positiva. Anche lo scorso anno, un po’ difficile perché ha avuto un brutto intervento chirurgico. Insomma, è stata male a lungo quindi non vedeva l’ora di tornare sul palco. Credo che sia davvero un bell’esempio. Poi è predestinata, è anche un bell’augurio, che per lei la musica resti il suo destino”.
Zollino: “Per Falcone ho scelto la ciambella. La ciambella di salvataggio, perché spesso ci salva, però è senza buco, perché diciamo ogni tanto nelle uscite, anche nei rinvii con i piedi non è impeccabile. Quindi stiamo lavorando per fare il buco, però già come ciambella è già bella dolce e saporita.
- Antonino Gallo: in crescita costante, veloce, tecnico, specialista in diagonali, progressioni e parabole dai gusti cinematografici raffinati, salentino con parentele importanti.
Chiriatti: “Sui gusti cinematografici raffinati, mi verrebbe da dire perché Gallo, insomma, mi hai svelato che ha detto che il suo attore preferito è Gabriel Garko! Scegliamo Lucio Corsi, che sicuramente ha dei gusti molto migliori dal punto di vista cinematografico, mi assumo le responsabilità di questa affermazione. Lucio Corsi con questa crescita costante, anche lui, ha iniziato già da tempo, pian piano sta crescendo, conquistando palchi sempre più importanti. on è mezzo salentino, purtroppo, anche perché è molto simpatico, mi piacerebbe, insomma, averlo vicino a noi e niente, quindi credo che Lucio Corsi sia assolutamente il più attinente a questa spiegazione, a questo paragone.
Zollino: “Il dolce di Gallo, ovviamente, è lo zabaione, sia per le sue caratteristiche, sia perché lo fanno le sue cugine, le galline, l’uovo. Qualcuno dirà non è un dolce lo zabaione, invece non è vero perché per esempio nel Canavese, in Piemonte, nei migliori ristoranti viene servito lo zabaione montato e così via”.
- Ylber Ramadani: calmo e misurato tanto come una brace accesa, maschio incazzoso e selvaggio. Siamo rimasti sorpresi dalla tua risposta.
Chiriatti: “Non vi aspettate mai Simone Cristicchi, ma perché? Perché Simone Cristicchi, anche lui questa settiman l’abbiamo incontrato con gli altri colleghi, ci ha raccontato un paio di episodi. Ci ha detto che l’arte lo ha aiutato a non crescere come uomo violento, perché lui sentiva dentro di sé proprio un fuoco ardere.Tra l’altro questo fuoco, a livello proprio concreto, è protagonista del suo brano e del suo disco. Lui ha avuto un bruttissimo incidente domestico maneggiando una motosega, quindi tagliando del legno con la motosega, si è fatto un taglio in fronte. Questi eventi drammatici che potevano finire malissimo, lo hanno spinto a pubblicare questa canzone, che invece è una canzone dolcissima”.
Zollino: “Lui è fuoco, iroso… Voglio andare a contrasto: facciamo una granita per raffreddarlo, una granita con il latte di mandorla.
Chiudiamo in bellezza con tre menzioni speciali:
- Emis Killa, autoeliminato: non penso ci siano grandi spiegazioni da dare. Philippe Marchwinski.
- Il giovanissimo venduto a peso d’oro, Patrick Dorgu. Tony Effe.
- Andy Pelmard, abbinato a a un duetto che ci sarà nella serata apposita. Willy Peyote con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga: “Un tempo piccolo” riferito, appunto, alla durata della permanenza a Lecce del suddetto.