Il nome degli Autogol lo si deve a un salentino. Il celebre trio – celeberrimo vorremmo dire – è sbarcato su YouTube nel lontano 2009 e non ce ne libereremo facilmente, essendo reduce dal successo di Sanremo, seguito dai tre autori pavesi per Coca Cola.
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Chi sono Gli Autogol

Michele Negroni, Alessandro Iraci e Alessandro Trolli si sono conosciuti nel 2006, quando i tre frequentavano l’università – rispettivamente Ingegneria, Scienze della Comunicazione ed Economi – e decidono di realizzare sketch cominci e imitazioni legate soprattutto al mondo del calcio.
Più di due milioni di follower su YouTube, quasi quattro milioni su Instagram, in vista del tour “Calcio Spettacolo”, che passa da Lecce il 20 febbraio 2025, abbiamo fatto una chiacchierata con Iraci, poche ore prima della data del tour nella sua Pavia.
Gli esordi su YouTube
“YouTube è stato il primo canale che noi abbiamo utilizzato per poi cercare di far conoscere quello che facevamo, in una radio piccolina di Pavia, quando siamo partiti nel 2008. Michele caricava degli spezzoni del teatro, perché noi facevamo teatro a livello amatoriale in città, e poi da lì è stato utilizzato molto per far conoscere quello che facciamo e migliorare anche in base ai commenti di chi ci segue. Sulla piattaforma siamo cresciuti e ci siamo fatti conoscere da un pubblico sempre più ampio”.
Il tour “Calcio spettacolo”
Cosa dobbiamo aspettarci dal loro spettacolo. “Beh, è un viaggio nel mondo degli Autogol. Succede veramente di tutto, dal calcio al calcetto, le parodie, le imitazioni, ci sarà un esorcismo sul palco: Max Allegri va estirpato da Motta e a questo esorcismo parteciperà tutto il pubblico.
Una visione di calcio
Cogliamo la palla al balzo, perché il nostro Piergiorgio Fiorentino, autore dell’ #editorialepettinatu è un estimatore dell’ex tecnico Juve, sostiene anche lui che “il calcio è semplice”.
Anche Iraci concorda che “troppa teoria rovina il calcio”. E sul Lecce di Giampaolo: “ Il Maestro ci ci dà un po’ di spunti sempre. Dai, direi non male per il Lecce, anche se è ancora lunga. Però credo che quest’anno la squadra stia facendo delle cose migliori rispetto a quella che era stata la partenza”.
Un campionato ancora aperto
Dei tre archetipi della nostra Serie A, Iraci incarna l’interista. Inevitabile chiedergli se i nerazzurri domineranno questo campionato. “No, dominerà no, perché siamo a febbraio sennò sarebbe già finita. L’anno scorso ha dominato, quest’anno è molto più difficile, merito del Napoli, che alla fine comunque avendo un solo impegno può arrivare in fondo, sicuramente. Poi secondo me peserà l’assenza di Kvara, perché in partite che contano, rispetto a Neres, è un giocatore che spacca di più le partite. Neres lo vedo più come un giocatore che se gira, gira. Altrimenti…”
“Lo stesso per Politano. Li vedo entrambi come ottimi giocatori, ma non quel tipo particolare di giocatori che fanno da faro, ecco. Sarà una lotta fino all’ultimo perché l’Inter ha tante competizioni.
“Poi c’è anche l’ Atalanta , che può rientrare tranquillamente in corsa. Però la vedo meno continua. Quando è in forma, comunque, può farne 10 di fila. Sarà una lotta a tre, dai”.
Ancora sull’Inter: “Sì, ha un’ottima squadra, però se andiamo a vedere negli ultimi anni è quella che ha speso meno. Quindi ha preso parametri zero, giocatori che comunque alcuni arrivano e rendono, altri arrivano e non rendono. E quello conta, perché anche il Milan vedi, adesso prende giocatori come Jimenez… Ragazzi, i giocatori forti costano”.
Tornando ad Allegri: “Nel calcio ci sono le categorie. Qualcuno è più forte di qualcun altro e quelli più forti costano”.
Consigli ai “giovani”
Arriva, infine, il momento dei consigli a noi di Nu pocu e nu pocu. Nel nostro podcast, parliamo di calcio in modo serio, ma facciamo anche molta ironia. E poi musica, imitazioni, personaggi originali. Ci puoi dare un consiglio per diventare belli, ricchi, famosi e giovani come voi?
“Una premessa. Belli purtroppo non lo siamo; ricchi purtroppo non lo siamo; giovani purtroppo non lo siamo… Allora non posso che dire: continuate a divertirvi, ragazzi. Quando vuoi far ridere gli altri, se non ti diverti tu per primo si vede. Quindi divertirsi è la cosa fondamentale, e poi non posso darvi altri consigli perché – non vi conosco – ma così, sulla fiducia, so che siete siete bravi già!”.
Gli Autogol e il Salento
Poi, ragazzi, io ho fatto tante vacanze in Salento, andavo a Santa Caterina, Santa Maria al Bagno, Nardò… I salentini ce l’hanno dentro, il sole. E poi ci sono parole che mi ricordo, tipo: “Lampu!”
Va bene, va bene, ma da quando sono famosi Gli Autogol cuccano di più? “Nessuno di noi, perché siamo sposati. E se vieni a teatro vedi che il fan medio degli Autogol è come te, come lui, come l’altro, quindi maschio, calciofilo. E, giustamente, le donne che ci sono accompagnano gli uomini e hanno delle facce tipo ‘Minchia, ma pure stasera m’ha portato a vedere il calcio. Ma chi sono ‘sti deficienti?’. Tre ragazze abbiamo sposato, che sono le uniche tre che ci seguivano, basta”.
Corvino e Giampaolo visti dagli Autogol
“Corvino ha un grande appeal social, secondo me rende veramente tanto, ma bisogna vedere se il Lecce può diventare più stabile in Serie A. Intanto “il Maestro” Giampaolo ci sta dando grandi soddisfazioni”.
Psicodramma Fantacalcio
Una parola di conforto per quelli che al fantacalcio hanno Vlahovic, oppure Pierotti, che contro il Bologna ha sbagliato due gol già fatti…
“Che ti devo dire? Cioè, io che parola di conforto posso dare, che quest’anno ho giocato tutto il girone d’andata con Dallinga unica punta? Zapata purtroppo si è spaccato e vabbè, poi l’altra punta era Nico Gonzalez che non ha fatto il girone d’andata…
“Quindi giocavo con Dallinga, continuando a refreshare le partite del Bologna per vedere se entrava dal 60º in maniera compulsiva e niente, niente.A Italiano sono fischiate un po’ le orecchie nel giorno dell’andata”.
L’origine “salentina” del nome “Gli Autogol”
Gli Autogol, il nome, com’ è nato? “Da un ragazzo del Salento, compagno di università di Michele, un ragazzo che aveva tanta inventiva. Si doveva trovare un nome al volo e gli dice “Giuseppe, ma dammi un nome. E lui: ‘Autogol, basta’. Così. Quindi è un po’ salentino”.
Ed era sobrio, questo amico? “Era sobrio, sì”.