“Whatever it takes” in salsa leccese: Giampaolo alla vigilia della partita dell’anno

Il Lecce di Giampaolo alla prova della Storia. “Farò il possibile e l’impossibile per salvare la squadra”, dice il mister nella conferenza che precede la gara che vale il campionato: Lecce-Torino. Appuntamento con la storia per il Lecce, che per due volte ha conquistato la salvezza vincendo in casa proprio contro il Torino: il 3-1 del 1989 che ci ha ricordato Rudy Vanoli in puntata a Nu pocu e nu pocu, e il 2-1 del 2000, con la prima salvezza del Lecce di Cavasin. Sarà una cornice di pubblico importante, avvicinando le presenze totali del Via del Mare al record assoluto di 500 mila spettatori.
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Partita decisiva

Alla vigilia della delicata sfida contro il Torino, il tecnico del Lecce ha parlato in conferenza stampa sottolineando il peso dell’incontro:

«È una partita cruciale. Le emozioni e le tensioni devono essere gestite con buon senso e raziocinio. Bisogna trasmettere alla squadra il concetto che, nonostante il cammino difficile e l’attuale situazione di classifica, arriviamo da prestazioni giocate sempre a testa alta, mai arrendevoli, in cui siamo stati sconfitti solo di misura. Anche di recente la squadra ha dimostrato di stare bene e di avere ancora delle chance. Farò il possibile e l’impossibile per salvare il Lecce».

L’approccio in campo
L’obiettivo è chiaro: vincere. Ma senza perdere di vista l’identità di gioco.

«Oggi conta solo il risultato, e questo si ottiene attraverso la proposta di gioco. Ho analizzato il nostro percorso a partire dalla gara contro l’Udinese. Solo contro il Como abbiamo perso male, ma quella partita l’ho “sputtanata” io. In tutte le altre abbiamo sempre giocato, con pregi e difetti, ma mai da sottomessi. Si poteva fare di più? Potevamo avere qualche punto in più? Sì. Ma ora non conta. Serve atteggiamento, coraggio e fare il possibile e l’impossibile per vincere. Poi vedremo cosa succede. Fino a quando ci sarà una partita da giocare, noi giocheremo. Questa deve essere la cosa più importante per tutti».

Formazione: resta il dubbio Gaspar

In difesa resta il dubbio tra Gaspar e Thiago Gabriel: «Con Thiago ci parlo tutti i giorni. Se Gaspar ci dovesse dare delle garanzie, giocherà lui. Altrimenti tocca a Thiago».

Anche la scelta di N’Dri ha avuto una motivazione ben precisa: «È stata una decisione tecnico-tattica. Abbiamo cinque esterni, tutti diversi tra loro, e per i compiti che avevo in mente N’Dri era quello giusto. Ho bisogno di esterni che diano il massimo nel tempo che giocano. Abbiamo sette giocatori per tre ruoli a centrocampo. Gli aggiustamenti che proviamo dipendono dalle valutazioni settimanali e dall’avversario che ci troviamo di fronte. Poi ci sono io che prendo le decisioni».

Il messaggio alla squadra e ai tifosi

Il tecnico non ha dubbi su quanto questa gara sia determinante: «È la partita più importante dell’anno. So che i tifosi ci saranno come sempre, in casa e in trasferta. Tutte le energie e le forze devono essere orientate verso questa gara. Sappiamo che nel calcio nessuno regala niente, non dobbiamo aspettarci aiuti da altri. Dobbiamo provare a portarci a casa il risultato».

L’atteggiamento giusto
Equilibrio e responsabilità sono le chiavi per affrontare la sfida con il Torino: «Le vittorie si costruiscono nei 95 minuti. Serve voglia, capacità e freddezza. Bisogna pensare, essere lucidi. La “follia” deve essere nella giusta assunzione di responsabilità, fa parte del bagaglio del calciatore. Mi aspetto una partita giocata bene per 95 minuti. C’è sempre tempo per alterare gli equilibri, ma per trasformare una gara in qualcosa di folle e incosciente basta poco. Serve equilibrio».

Sugli anticipi e la gestione del calendario

«Si può anticipare, purché ci sia il tempo tecnico necessario. Personalmente, avrei anticipato questa partita a sabato sera. Sarebbe stata un’opportunità per avere un giorno in più di gioco».

L’avversario: il Torino

Grande rispetto per i granata, club che l’allenatore conosce bene: «Il Torino è una squadra solida e forte, ricostruita con intelligenza nel tempo. Rispetto a quando c’ero io, sono rimasti solo due giocatori. È stata fatta una rivoluzione paziente che li ha portati a diventare un’ottima squadra. Giocheranno la loro partita. Conservo un ricordo importante del mio passato in granata, di una società solida e storica».

Lecce-Torino con Nu pocu e nu pocu 73

La chiamata alle armi di Rudy Vanoli, che – mettendo a rischio il pranzo di Natale con il fratello Paolo – ricorda il 3 a 1 dell’89 ed esorta il Lecce a prendersi ciò che deve!