Il buono: terzo risultato utile consecutivo, seconda partita con clean sheet, discreta mole di gioco prodotta e possesso palla in crescita, il Lecce assume sempre più una sua forma di squadra all’altezza della lotta per non retrocedere. Il brutto: scarsa concretezza nei 20 metri finali con azioni potenzialmente pericolose che spesso si risolvono in sterili “cross io crossi tu” o “tiro io tiri tu”. Il cattivo: un calendario che nelle prossime tre partite propone un alto livello di difficoltà con Udinese e Fiorentina fuori e i campioni d’Italia di Antonio Conte nell’infrasettimanale di martedì 28 ottobre alle 18,30.
Vittoria solo “ai punti”
Col Sassuolo il Lecce vince ai punti per gioco prodotto e azioni costruite (molte solo potenziali) ma lo zero a zero finale lascia un po’ di amaro in bocca alla squadra e al pubblico giallorosso, con la soddisfazione comunque di aver mosso ancora una volta la classifica.
Stulic il più pericoloso
Nel primo tempo si parte con predominio territoriale e possesso palla giallorosso ma l’unica azione pericolosa è un’incursione di Veiga lanciato da Pierotti con tiro debole in area e Muric si distende per bloccare. Si rianima il Sassuolo ma produce poco, solo un tiro innocuo di Laurienté e una palla pericolosa in area scacciata dalla difesa. Ultimo quarto d’ora tutto salentino con Stulic protagonista: dopo un buon colpo di testa di Pierotti deviato in extremis da un difensore, il serbo dialoga con Morente al limite ma il tiro di quest’ultimo viene murato. L’azione più pericolosa al 38°: 38° finalmente Stulic, prende palla sulla tre quarti centrale avanza fino ai 25 metri e la piazza, ma il pallone sfiora soltanto il palo. Sempre lui al 41° su lancio di Pierotti viene chiuso da due difensori al momento della conclusione e si va al riposo senza ulteriori sussulti.
Cinque cambi per nulla
La ripresa inizia in sordina. Coulibaly (oggi in ombra nonostante i km macinati) spreca una buona ripartenza e al 56° i giallorossi rischiano grosso: fulminea fuga di Laurienté sulla sinistra, Pinamonti è libero in area ma il francese sballa la misura dell’assist. Ancora un rischio al 64° dopo un errore di Veiga (comunque tra i migliori con Gallo, Pierotti e Gabriel) ma Berardi spreca tutto in area calciando prima addosso a Falcone e poi semi-svirgolando la seconda conclusione. L’occasione più importante del Lecce arriva invece al 76° con Helgason che si incunea per le vie centrali e da ottima posizione e con ampia libertà calcia in bocca a Muric. Tanti cambi sia tra i neroverdi che per Di Francesco (entrano proprio Helgason, Banda, Camarda, Ndri e Pierret) ma i pericoli per i due portieri restano solo potenziali, non ci sono altre conclusioni degne di nota. L’ultimo pericolo è allo scadere nell’area salentina ma si immola Thiago Gabriel che prende l’ennesima pallonata in faccia di questo inizio stagione. Quattro minuti dopo il 90° Crezzini (primo anno in A e direzione mediocre) fischia la fine. Il Lecce si tiene il punto e molti buoni spunti, ma serve cattiveria e concretezza. E probabilmente anche il talento di Sottil.
