Dopo oltre quattro mesi di silenzio, il presidente dell’U.S. Lecce, Saverio Sticchi Damiani, torna a incontrare i giornalisti. Moltissimi i temi toccati, in particolare la smentita di qualsiasi novità in ambito societario. Spiccano i messaggi alla Lega Serie A e la descrizione dei gravi fatti del dopo Lazio-Lecce che coinvolgono l’arbitro Michael Fabbri. Il commovente ricordo di Graziano Fiorita e il grande in bocca al lupo a Joan González, costretto a interrompere definitivamente la sua carriera.
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Il ricordo di Graziano Fiorita

La conferenza stampa comincia con un doveroso ricordo del presidente di Graziano Fiorita. Il record storico in 117 anni di storia “è dedicato a lui, che ne è stato grande artefice, per gran parte della stagione e poi guidandoci da lassù. Perdere un compagno di strada così giovane con una splendida famiglia mentre eravamo a Coccaglio, a mille e più chilometri di strada ha delle implicazioni particolari. Non era un ritiro che volevo fosse letto come punitivo, ho voluto partecipare anche io perché pensavo fosse giusto partecipassimo tutti quanti. Da quel ritiro era scattata una molla particolare che ci ha unito e ci ha fatto dire cose che non ci eravamo mai detti. Quando pensavamo si potesse ripartire da quel bel momento è accaduta la tragedia”. Sticchi Damiani aggiunge anche che è in fase di valutazione la possibilità di intitolare a Fiorita qualcosa “di grande e che lo renda ancora più immortale”.
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“Siamo stati lasciati soli”

“Ci sarà per sempre un prima e un dopo la morte di Graziano, un evento che non si può superare”, dice il presidente. “Abbiano dovuto affrontare una vicenda più grande di noi senza il supporto di nessuno, pur essendo il Lecce un club di Serie A. La scomparsa di Graziano, anche come figura professionale, ha unito non solo la squadra ma tutta Italia intorno a temi di umanità e fratellanza, anche se per far emergere certi valori in quei giorni abbiamo dovuto sgomitare. Forse quell’episodio ha compattato tutto l’ambiente intorno al Lecce, che si era disunito, portandoci all’impresa epica. Noi tutti siamo vicini alla famiglia Fiorita che non va lasciata sola. Graziano era naturalmente dedito ai valori di unità della squadra e dello spogliatoio. La partita con la Lazio è stata guidata in qualche modo dal coraggio che Graziano ci sapeva infondere. Prima di scendere in campo ho sentito alcuni giocatori pronunciare parole che non ho mai sentito dire prima, parole di grande coraggio”.
L’arrivederci a Joan Gonzalez
In questa stagione il Lecce ha dovuto fronteggiare difficoltà enormi e tutte insieme, a partire dalla situazione medica di Gonzalez, sul quale – spiega Sticchi Damiani – “abbiamo richiamato da poco una nuova visita che ha portato purtroppo alla conferma definitiva della non idoneità alla professione. Siamo ancora in contatto con lui, che sta svolgendo brillanti studi economici in Spagna e che lo porteranno a diventare un grande manager. Uno con la sua testa sarebbe diventato fondamentale, adesso gli auguriamo il meglio e continuiamo a seguirlo”.
Il cambio di guida tecnica
Alla dodicesima giornata “abbiamo dovuto cambiare guida tecnica e questo significa che nell’impostazione della stagione qualcosa non è andata. E proseguire con un tecnico che non ha condiviso la genesi di quella squadra non è stato semplice. Mister Giampaolo si è reso protagonista di questa impresa storica, insieme al suo staff. Abbiamo contrattualizzato un allenatore che il calcio aveva marchiato e dimenticato. E invece insieme ai professionisti eccellenti del suo staff – che ringrazio – è stato fatto un grande lavoro”.
L’elogio di Giampaolo

“Oltre all’allenatore ho scoperto poi l’uomo, perché non è detto che questo accada in una stagione normale, ma la nostra non lo è stata. Lui nei momenti di massima difficoltà ci ha messo la faccia e sono strafelice che questa salvezza sia arrivata per lui. Un riconoscimento che è giusto che gli sia dovuto per la sua carriera. Non abbiamo affrontato il tema di un proseguimento, vorrei ci godessimo il momento”.
Il rinnovo di Giampaolo e la battuta su Corvino
Dirà più tardi in conferenza, Sticchi Damiani, che il rinnovo con il mister è sul tavolo, ma tutte le parti in causa vogliono prendersi il giusto tempo. Il presidente liquida con una battuta la questione: “Vorrei che anche Pantaleo Corvino facesse le sue valutazioni, possibilmente in una giornata di sole o comunque serena, non durante un temporale come l’altra volta”.
I “casi” Pelmard, Dorgu e mercato invernale
Un’altra situazione ai limiti dell’impossibile è stata quella di aver dovuto gestire e poi provvedere al fermo “di un nostro calciatore (Andy Pelmard, ndr) dopo la cena di Natale della società: è una cosa che ci ha fatto trasecolare”.
Altra situazione complessa: “Il famoso mercato di gennaio ha generato così tante critiche, segnato dalla cessione di Dorgu, che viene ceduto per 30 milioni più bonus, spalmati in 5 anni”. “Qui devo delle scuse ai tifosi, perché in assoluta buona fede, insieme a Corvino, avevamo assicurato che non avremmo ceduto il ragazzo. È la prima volta che affermo qualcosa che non si verifica. Il fatto di dire “O adesso o mai più” rispetto al fatto che il ragazzo era perfettamente informato e a quel punto volesse andare, sono fattori che ci hanno in qualche modo costretto ad andare nella direzione opposta”.
“Non sono d’accordo che sia stato un mercato invernale non incline alla volontà di tenerci alla categoria. Sono arrivati diversi giocatori di proprietà come N’Dri, Veiga, Gabriel e giocatori importanti in prestito come Karlsson e Sala, senza avere incassato un euro di Dorgu. La prima tranche della sua cessione è arrivata il 30 marzo”.
Le critiche dei tifosi e l’incomprensione sull’asticella

“Una minoranza della tifoseria non ha apprezzato il lavoro della dirigenza e dell’area tecnica. Ma parliamo di Corvino e Trinchera, che in 5 anni hanno centrato obiettivi stratosferici. Dover discutere di una cosa oggettiva mi sembra fuori luogo. Mi rendo conto che se ci sono state minoranze che hanno criticato e mi chiedo se ci siano stati errori di comunicazione all’inizio della stagione. La famosa asticella: se ne parliamo, ho capito che molti la declinano come Europa League. Ma noi intendevamo dire che salvarci sarebbe stato più difficile dell’anno precedente e per salvarci dovevamo rinforzare l’organico. Pongo il tema di aver comunicato male questi obiettivi. Cancelliamo la parola “asticella” per la prossima stagione. Sul tema della comunicazione la società deve migliorare, qui si accettano i toni sobri. Perché i dibattiti sono legittimi, ma la divisione non ci aiuta. Ci impegneremo di più nelle analisi, sperando che dall’altra parte ci sia consapevolezza”.
Il nodo dello sblocco psicologico
Sollecitato da una nostra domanda, Sticchi Damiani si sofferma su un tema spesso affiorato durante la conferenza: l’approccio psicologico alle partite. “La squadra non si sbloccava mai, non decollava, fino alle ultime cinque gare di campionato”. In parte dà l’ennesima stoccata alla gestione di Gotti: “Non per battere sempre sullo stesso punto, ma nell’ultima partita di Gotti, con l’Empoli, al centrocampo avevamo Ramadani, Rafia, Oudin, per parlare di equilibrio”. Abbiamo avuto molta difficoltà a trovare un’anima e vanno fatte riflessioni specifiche, che riguardano anche il fattore tempo, mai dalla parte del nuovo tecnico”. “D’ora in poi pensiamo di rendere obbligatori i corsi d’italiano e tutto ciò che può essere utile a una comprensione tecnica e umana del collettivo”.
La cartina della Serie A
Saverio Sticchi Damiani esibisce poi la cartina della Serie A 2025-2026: sotto Roma nelle 20 squadre del torneo vediamo Cagliari, Napoli e Lecce. “Il Sud fa fatica ad attrarre capitali. Proviamo anche a contare quante squadre lotteranno davvero per la salvezza: 5, 6, 7? Sono sempre meno e quando comincia un campionato il Lecce ha sempre il 50% delle possibilità di retrocedere. Quest’anno ci siamo salvati nonostante tantissime ingiustizie. Che non hanno a che fare con il fatto di essere al Sud”. Segue qui una carrellata video dei torti subiti in campo. “Il Lecce non è così più forte di tutti gli episodi. Non possiamo fare finta non siano avvenuto questi episodi quando mancano così tanti punti a seguito di sconfitte di misura”.
L’affaire Lazio-Lecce
Sono molte le cose che il presidente ha da dire sulla partita che ha dato al Lecce record, epicità e permanenza. Quello che si è visto in campo: “L’espulsione di Pierotti con la prima ammonizione inesistente. Non puoi cacciare via un calciatore da una partita così importante con quelle motivazioni”.
“E poi il fallo di mano completamente ignorato da arbitri, Var e televisione, visto solo per un secondo. C’era un rigore netto per il Lecce”. Ma quello che più ha colpito il presidente è quanto accaduto dopo con l’arbitro Michael Fabbri, tanto che ci ritorna più volte nel corso della conferenza, ricostruendo i fatti. “A partita abbondantemente conclusa, circa un’ora dopo, sono andato a stringere la mano a tutto il team degli arbitri, ma quando è stato il turno di Fabbri, sono stato cacciato in malo modo, con una maleducazione estrema e ho letto poi un referto totalmente inventato che ci penalizzava pesantemente”.
Ma cosa è successo di preciso? Secondo Sticchi Damiani, al momento di presentarsi da Fabbri per stringergli la mano e scusarsi anche per l’espulsione dalla panchina di Ante Rebic e Sandro Mencucci. Per tutta risposta, l’arbitro avrebbe urlato: “Sticchi, vada via dal mio spogliatoio”. Il presidente gli avrebbe risposto: “Non sono questi i toni che si tengono tra dirigenti e classe arbitrale, è successo qualcosa che l’ha fatta innervosire?”. Qui Fabbri avrebbe equivocato la domanda pensando a un’allusione al fatto che il risultato non era gradito e avrebbe anche rifiutato le magliette e gli oggetti di cortesia che si distribuiscono a fine gara. Il presidente precisa, infine, di aver fatto richiesta alla Lega che Fabbri non arbitri più partite del Lecce, perché non ci sono le condizioni minime di rispetto.
La “bomba” sulla Lega
Con tanto di tabella esplicativa, Sticchi Damiani dipana la sua teoria. “In questo campionato il Lecce è stato sempre straordinario negli scontri diretti. L’anomalia sta nello scarso bottino con le squadre medio-grandi. Abbiamo avuto una sola opportunità di giocare con grandi squadre stanche dalle coppe europee, e cioè in occasione del pareggio con la Juve. Questa opportunità era preventivabile in fase di determinazione del calendario e ho chiesto che quest’anno si prendano provvedimenti prima dell’emissione del calendario”. Speriamo il prossimo anno di non avere questi handicap. Siccome succede questo, abbiamo anche bisogno del pubblico, che ci ha seguito nonostante abbiano saputo di poterlo con due giorni di anticipo. E anche a proposito di questo, il mio ringraziamento al Lecce Club Parlamento che in previsione di Lazio-Lecce si è speso molto in tal senso”.
La prossima stagione, il centro sportivo, la copertura dello stadio
“Chi vuole l’Europa League, non si abboni. Lo dico chiaramente, anche in virtù della nuova mappa della Serie A”. “Nei prossimi giorni incontrerò l’area tecnica per indirizzare la prossima stagione. La società ci arriva solida, in salute, carica, motivata. Tutti motivatissimi. Cercheremo di fare le cose migliori possibili”. Qui c’è un momento di commozione evidente del presidente.
“Abbiamo chiesto di giocare la prima giornata fuori casa, che peraltro coinciderà con la festa di Sant’Oronzo. A marzo, invece, ci saranno interventi invasivi sullo stadio per la copertura. Contiamo di affrontare questi lavori senza creare disagi al pubblico, con due partite fuori casa più la sosta per la Nazionale”.
Per quanto riguarda il centro sportivo di Martignano, il primo campo sarà pronto a fine ritiro, per i primi di agosto. Il primo luglio, invece, inaugurerà su via Trinchese il primo Lecce Store ufficiale della squadra, ponendo fine, così, al contratto con Salentinamente. L’inaugurazione sarà seguita da diversi eventi.