Gaspar: “Non mi piace perdere. Contro il Venezia come una finale”

“Non è stato semplice rimanere fuori, sono contento di essere rientrato, è stato molto importante poterlo fare e spero che il mio apporto sia sempre più utile alla squadra”. Il rientro di Gaspar ha ridato centimetri e tecnica a un reparto in apnea. E l’angolano suona la carica in vista del Venezia: “Sarà come una finale”.
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Il rientro in squadra

“Ho ricevuto molto supporto sia da parte dello staff tecnico che dai miei compagni di squadra. Il mister ha parlato a lungo con me, perché è una persona che comunica molto con la squadra, tutti i giorni, ci dice in cosa dobbiamo migliorare lavorando di più e abbiamo a disposizione ogni allenamento per dare di più”.

Il momento difficile i gol mancanti

“È difficile accettare una striscia di cinque sconfitte. Stiamo lavorando per migliorare. Come professionista non mi piace perdere, non pensiamo al passato e siamo focalizzati e determinati per il raggiungimento del nostro obiettivo”.

Non abbiamo paura, però. Le prossime gare sono determinanti per il raggiungimento della salvezza che è a portata di mano. Domenica siamo consapevoli del peso della partita, tutte lo sono ma questa ancora di più perché è uno scontro diretto. Ragioniamo partita per partita, la prossima è come una finale, dopo penseremo alla Juventus, dobbiamo ragionare così gara per gara”.

Gaspar è stato l’unico a segnare, in stagione, senza appartenere al reparto offensivo. Suo il gol in Coppa Italia ad agosto contro il Mantova nel 2 a 1 per i giallorossi. “Sicuramente le statistiche dicono questo, ma noi non dobbiamo pensare a chi fa gol ma dobbiamo attaccare per raggiungere il nostro obiettivo”. Ma l’angolano dribbla la domanda sull’effettiva licenza del gol assegnatagli o meno da mister Giampaolo, almeno sui corner. Impietose le statistiche sui calci piazzati in favore.

Il nodo dei centrali

Altra domanda elusa è quella sulla funzionalità della coppi di centrali, se lui cioè sia stato provato in allenamento anche con Gaby Jean. “Spetta al mister decidere chi deve giocare, tra me e i miei compagni. Quello che conta chi entra in campo deve dare il massimo per il raggiungimento del nostro obiettivo”.

Parole d’amore per i tifosi

“La parola chiave nello spogliatoio è sempre ‘lavorare, lottare’, perché è il lavoro che ci ricompensa alla fine; per quanto riguarda i tifosi posso solo ringraziarli perché sono sempre con noi a darci il calore giusto, la forza fino alla fine di ogni partita sono grato di averli e devono continuare così a dare il loro contributo partita dopo partita per ottenere l’obiettivo finale”.

Puntata n. 67 di Nu pocu e nu pocu