Verso Fiorentina-Lecce, DiFra: “Squadra in crescita”. Viola nel caos

Alla vigilia di Fiorentina-Lecce, terzo match in otto giorni, mister Eusebio Di Francesco ha parlato in conferenza stampa analizzando il momento della squadra, le scelte in vista della partita e l’approccio mentale richiesto ai suoi giocatori: “A Firenze per giocarcela. Noi ci mettiamo anche l’anima, ma a volte non basta”. Poco prima della conferenza, ambasciata dei tifosi della Nord per incoraggiare la squadra, visto che la trasferta è aperta ai soli tesserati.

Il rimpianto con il Napoli

«È una partita importante anche per noi, non solo per la Fiorentina. Andremo a fare la nostra partita, non da vittime sacrificali: si scende in campo undici contro undici. Loro hanno un allenatore esperto e una rosa importante, ma abbiamo dimostrato di potercela giocare con tutti, come accaduto con il Napoli. Abbiamo perso, ma la squadra ha fatto una prestazione ottima dal punto di vista tecnico-tattico, dell’atteggiamento mentale e della reazione a tutto ciò che è accaduto.
Andremo in campo carichi al massimo. Oggi abbiamo avuto anche una bella visita dei nostri tifosi, che ci hanno spronato per questa gara. Ci sarà qualche variazione? Sicuramente sì. Cercherò di mettere in campo la formazione che ritengo più opportuna, scegliendo giocatori con spessore e abitudine ad affrontare partite di questo tipo».

La questione tattica

Sul piano tattico, l’allenatore giallorosso ha sottolineato l’importanza delle preventive. «Il lavoro sulle seconde palle lo fanno tutti, ma è legato alle squadre che giocano lungo e meno sul fraseggio. In Serie A molte provano a costruire, come la Fiorentina e anche noi, quando è possibile. Le seconde palle ci saranno sempre, sulle transizioni e nelle situazioni a metà campo. Sulle preventive dobbiamo stare molto attenti, soprattutto per le caratteristiche di alcuni loro giocatori, in particolare Kean».

Gli errori troppo frequenti

Di Francesco è poi tornato sul tema dei dettagli, più volte sottolineato nel corso delle ultime settimane: «Ce ne sono tanti, di episodi. L’ultima palla contro il Napoli si poteva mettere dentro, mancava poco, ed è la prima cosa che ho detto anch’io. Forse volevano muoverla per metterla meglio, ma siamo stati un po’ ingenui. Sul gol del Napoli, rivedendolo, secondo me il fallo che ha originato la punizione non c’era: N’Dri è stato un po’ irruento, ma ha fatto di tutto per non fare fallo, e Gilmour si è buttato. I particolari ci sono in tante cose: si tende ad analizzare solo quelli che portano a un gol subito o segnato, ma il calcio è fatto di dettagli, e vince chi sbaglia meno. Dobbiamo lavorare per ridurre gli errori».

Il Lecce è in crescita

Sull’approccio mentale e sull’esperienza personale da trasmettere alla squadra, il tecnico ha aggiunto: «Cercherò di dare tranquillità nel senso giusto: dare certezze su ciò che dobbiamo fare, migliorando i particolari e correggendo le piccole disattenzioni. Lavoriamo per restare più alti e valorizzare le nostre qualità. La squadra è cresciuta molto nella compattezza, nel modo di stare in campo e nel cercare determinate giocate. Non bisogna mai accontentarsi: questa squadra può fare molto meglio, a partire da domani. Sto cercando di dare forza a ragazzi che ci mettono l’anima, ma a volte non basta. La cura dei particolari è ciò su cui stiamo lavorando di più».

Una Fiorentina in pieno caos

Si aspettava l’esonero di mister Pioli, sono arrivate le dimissioni del direttore sportivo, Daniele Pradé, che già settimane fa si era assunto la responsabilità della situazione. Il Lecce saprà approfittarne? «Io la vedo più ostica, perché dall’altra parte ci sarà voglia di fare risultato a tutti i costi. Ma anche noi abbiamo quella voglia. Sappiamo che ci confronteremo con una situazione difficile, ma anche con giocatori esperti, abituati a gestire momenti complessi. Poi sarà il campo a dare le risposte. Possiamo dire che loro siano in difficoltà, ma se li pressiamo e poi ci colpiscono in profondità cosa cambia? Dobbiamo affrontare tutto con equilibrio».

Il sistema di gioco dei viola

«Ogni partita ha una storia a sé. È vero, il sistema di gioco è simile a quello dell’Udinese, ma i movimenti e le caratteristiche dei giocatori sono diversi. Il sistema di gioco non è statico, è dinamico: ogni squadra lo interpreta in modo differente. Ci sono 4-3-3 che restano larghi e altri in cui le ali si accentrano. Quindi faccio fatica a trovare similitudini tra Fiorentina e Udinese, perché si muovono in modo diverso. E anche noi abbiamo un sistema fluido».

Come stanno Stulic e Camarda?

In amichevole con il Nardò, Stulic ha segnato una tripletta. Avrà acquisito maggiore consapevolezza? E come ha affrontato una settimana difficile, Francesco Camarda, che ha sbagliato il rigore che poteva portare avanti i giallorossi contro il Napoli?

«Stulic è un giocatore che sa fare gol, ma se si concentra solo su quello commette un errore. Deve essere bravo a far salire la squadra, tenere palla, ripulire le giocate e attaccare la porta con determinazione. Il gol è una conseguenza. Lo stesso vale per Camarda. Per quanto riguarda Francesco, ribadisco che ha voluto battere lui il rigore, era tra i rigoristi. Quando si gioca in Serie A l’età non conta. L’ho deciso io, con un check tra i giocatori. Ha sbagliato il gesto tecnico, non la scelta. I rigori si sbagliano anche a trent’anni. È inutile focalizzarsi sull’errore: dobbiamo pensare alla prossima occasione. Ci siamo soffermati sull’errore tecnico, perché il rigore è stato tirato male al di là della bravura del portiere. Ma a parte l’aspetto tecnico, adesso tutti, e anche Francesco, siamo concentrati sulla Fiorentina».

Le scelte tecniche e il “nodo” Pierotti

Il tecnico ha parlato anche delle possibili varianti tattiche viste a Udine e della ricerca di maggiore concretezza in attacco. «Pierotti è un’ala, ma l’ho provato anche dentro al campo, come col Bologna e con l’Udinese. È una soluzione possibile, più a partita in corso che dall’inizio. Abbiamo molti centrocampisti e stiamo lavorando per migliorarli. In futuro si possono provare anche altre soluzioni, come Morente o Sottil dietro la punta, in base alla partita. Non direi che il miglior Lecce sia stato solo quello di Udine: forse in fase offensiva sì, ma abbiamo tirato poco. Col Sassuolo, ad esempio, abbiamo creato molto di più. È solo un momento: qualche giocatore deve sbloccarsi, e da lì potremo migliorare anche nella finalizzazione.»

Il rientro di Sottil, Maleh protagonista

«Sottil è rientrato da poco, ha giocato mezz’ora nell’amichevole, quindi è difficile che parta titolare. Maleh invece potrebbe essere protagonista, dall’inizio o a gara in corso. Ho tre o quattro dubbi, ma sono contento di averli: significa che i giocatori si stanno allenando bene. L’unico che non sarà convocato è Pierret, perché da tre giorni ha male alla schiena e non si è allenato. Riavremo Sottil, mentre Perez sta completando il recupero e dovrebbe tornare dopo la sosta. Per il resto sono tutti a disposizione».

Per tutti, comunque, il mister non include Marchwinski, perché per lui c’è ancora da fare, dice e «ne parleremo più avanti».

Nu pocu e nu pocu aspettando Fiorentina-Lecce