Il campione svizzero, David Sesa, protagonista di anni splendidi con i giallorossi, si confessa ai microfoni di Nu pocu e n pocu, tra ricordi ed emozioni di stagioni splendide, fino al suo presente da allenatore e alla certezza per la stagione dei salentini: “Il Lecce si salverà”.
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I record del campione svizzero
Non tutti sicuramente lo ricordano ma detiene due record: il gol più veloce nella storia (non solo giallorossa) della Coppa Italia, una rete al Monza il 23 agosto 1998 dopo soli 8 secondi di gioco, e il gol della prima vittoria dei salentini in casa contro l’Inter, l’1-0 del 25 marzo 2000 al Via del Mare.
Ma soprattutto in sole due stagioni, 59 presenze e 14 gol fatti, è rimasto senza ombra di dubbio nel cuore dei tifosi giallorossi. Prima di essere ceduto alla cifra di 18miliardi di lire (altro record a quel tempo) al Napoli, dove però le sue fortune ebbero una brusca frenata. Stiamo parlando del talento svizzero (in carriera anche 36 presenze in nazionale) David Sesa, che ora vive proprio in Svizzera ed allena in terza serie la squadra del Rapperswil-Jona “navigando” costantemente nelle zone alte della classifica del torneo elvetico.
La puntata 64 di Nu pocu e nu pocu con David Sesa
L’intervento a “Nu pocu e nu pocu” e gli anni giallorossi
Ex ala ed ex seconda punta abbastanza prolifica, Sesa è stato ospite della puntata 64 del podcast “sul Lecce e sul senso della vita” Nu pocu e nu pocu ,dove ha ricordato i “magici” tempi giallorossi dal 1998 (promozione in serie A con Nedo Sonetti in panchina) al 2000 con la tranquilla salvezza conquistata dall’undici di Alberto Cavasin e corollata dalle 16 marcature di Cristiano Lucarelli e dall’epico 2-1 del 7 maggio al Torino che spedì i granata tra i cadetti.
Il gol vittoria all’Inter nell’anno d’oro di Cavasin

Tra i ricordi più belli dell’avventura giallorossa di David Sesa, però, si parte ovviamente da quel gol all’Inter che tra pochi giorni compirà ben 25 anni: “Una data storica sicuramente – ricorda Sesa -, l’Inter era una squadra fortissima, imbottita di campioni e noi in uno stadio strapieno siamo riusciti a vincere. Eravamo un gruppo bellissimo, molto compatto, io ho segnato ma il merito è stato di tutti. Un’emozione indimenticabile”. Ma fu tutta la stagione ad essere indimenticabile: “Sì non fu solo la partita con l’Inter da incorniciare – prosegue David – riuscimmo anche a battere la Juventus 2-0, pareggiammo con la Roma, col Milan 2-2, con la Fiorentina, tanti bei risultati, e riuscimmo a salvarci tranquillamente e toglierci tante soddisfazioni”. Tempi in cui si riusciva a fare punti anche con le “grandi”, insomma.
Il campionato più bello del mondo
Ma Sesa, pur essendo al tempo un giocatore già affermato (titolare nella nazionale svizzera), giunse al Lecce quando i giallorossi erano ancora in serie B: “Il campionato italiano a quei tempi era senz’altro il migliore al mondo – racconta – e tutti sognavano di venire a giocare da voi. Ed anche la serie B era un campionato con squadre molto molto forti. E’ chiaro che ora sono cambiati i tempi e che il campionato italiano non è più tra i primi tre in Europa. Questo ci dicono i risultati nelle coppe. Ora bisogna fare maggiormente i talent scout, prendere giocatori di seconda fascia e valorizzarli”.
Lecce 1999-2000, un grande gruppo
Tornando invece al Lecce stagione 99-00, Sesa ricorda con affetto i compagni di allora, da Lima a Juarez, da Lucarelli a Conticchio e poi Viali, Lorieri, Giannini, Bellucci, Casale e così via: “Eravamo davvero un gruppo molto coeso e credo che questo si sia visto anche in campo. Ci veniva tutto semplice e naturale ed anche la società era molto professionale e presente. Siamo riusciti ad esprimerci al massimo”.
Velocità, tiro e uno “sguardo” sui giovani
Tra le sue caratteristiche che sono rimaste senz’altro nel cuore dei tifosi giallorossi c’erano senz’altro la velocità e il tiro: “Io nasco come ala – ricorda David Sesa -, poi seconda punta, ero molto veloce, offensivo e poi avevo un buon tiro“.
Tiro che spesso veniva esibito nelle sue indimenticabili punizioni, un talento coltivato fin da bambino con un piccolo segreto: “Ho avuto la fortuna di avere da ragazzino il mio migliore amico che faceva il portiere e quindi passavamo ore ed ore ogni giorno ad allenarci. Io battevo le punizioni e lui parava, e lì ho imparato a calciare in porta. E’ tutto iniziato da lì”.
La strada, dunque, e i campetti di periferia come luogo dove coltivare un talento che forse già c’era ma che senza allenamento sarebbe rimasto probabilmente nascosto: “Ora è cambiato il mondo – sostiene Sesa – c’è meno strada, meno campetti di periferia e ci sono i telefonini, la Playstation. In Italia però secondo me i talenti ci sono, solo che giocano poco quando sono in giovane età. Si ha paura, si fa pressione sugli allenatori. All’estero è diverso, i giovani giocano di più, hanno maggiori possibilità, li fanno crescere meglio e più velocemente”.
Gli anni al Napoli
Tornando invece alla “fortunata” (in termini economici) vendita da parte del Lecce al Napoli nell’estate del 2000, David Sesa ripercorre quell’avventura partenopea non proprio fortunata invece per lui. “Non sono stati anni felici, basti pensare che in quattro anni ho avuto sette allenatori, tre presidenti, una miriade di compagni di squadra, tanta confusione. C’è stata la retrocessione in B, poi il fallimento, purtroppo il calcio è così, ci sono tante componenti che devono girare bene e a Napoli in quegli anni mancò il progetto sportivo, la professionalità, la dirigenza andò in confusione e niente, andò così”.
“Il Lecce ce la farà”
E sul presente del Lecce, invece, Sesa continua a seguire assiduamente i destini dei giallorossi e si dice fiducioso. “Il campionato che sta facendo il Lecce è quello che mi aspettavo – precisa il campione elvetico -, ci sono alti e bassi, ma alla fine si è lì dove si doveva essere. Bisogna salvarsi, anche all’ultimo secondo dell’ultima partita e se questo accade vuol dire che il Lecce ha fatto il suo dovere. Bisogna fare gruppo e sostenere questa squadra fino alla fine anche se a volte non gira bene, perché c’è tutto per salvarsi e io sono convinto che anche quest’anno il Lecce resterà in serie A”.