Verso Cagliari-Lecce, la conferenza di mister Giampaolo

Insiste molto sulla gestione dei momenti d’inerzia, mister Giampaolo, per evitare i cali di atrenzione, ma soprattutto le lacune tecnico-tattiche che potevano compromettere anche il match contro l’Empoli. “Il Cagliari in casa è una squadra ostica, si giocano tante partite nella stessa partita, si può creare un’inerzia e dobbiamo essere preparati a diversi eventi, sia sul piano tattico che di concentrazione ed emozionale”.

Bonifazi centrale e Gaby sulla sinistra? Una suggestione, ma il mister non si sbilancia. “Stanno bene entrambi, come anche Dorgu e Pierotti, dovremo fare delle valutazioni che ci riserviamo per il match”.

A centrocampo mancherà ancora Berisha, ma si è aperto il “caso” Ramadani. Il play sta reagendo “in maniera eccellente sul piano professionale. È arrabbiato perché non gioca, ma ha canalizzato la sua rabbia nella risposta positiva sul campo. Oggi posso dire che lo vedo meglio rispetto a un mese fa, nettamente”.

Emozionato per il ritorno a Cagliari? “Parliamo dei tempi in cui è nata mia figlia, 19 anni fa. È una piazza meravigliosa, dove sono stato bene”.

Squadre molto vicine per diversi aspetti, Cagliari e Lecce, con mister Nicola alla vigilia ha caricato i suoi e la piazza con parole di fuoco. Quanto è importante la partita? “Tratti calcistici comuni, la partita è pesante e la posta in gioco è succulenta, sebbene non sia ancora da dentro o fuori”.

L’interruttore della luce negli ultimi match lo accende Helgason. Il centrocampista “si differenzia più di tutti gli altri nella manovra offensiva. E poi possiede corsa e disponibilità al lavoro tattico quando siamo senza palla. Ci dà la qualità necessaria in quella zona del campo in cui abbiamo necessità”.

Il momento di Krstovic: “Diventerà molto forte e ha margini importanti. Deve solo correggere alcune lacune. Anche se viene criticato non si abbatte e questo contribuisce alla sua forza”.

Ancora sulla gestione della partita: “Nei 95 minuti ci sono sempre momenti in cui l’avversario ha un’ inerzia positiva. In quei momenti ci vogliono risorse mentali, fisiche e soprattutto tecniche. Devo sapere interrompere quell’inerzia grazie a un passaggio in più, alzando il tasso qualitativo della prestazione”.