Liberazione 2025 – Il discorso di Diego Dantes (ANPI Lecce)

Riportiamo di seguito il discorso integrale che il portavoce di ANPI Lecce, Diego Dantes, ha tenuto alla commemorazione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, in Piazza dei Partigiani a Lecce.

Care concittadine, cari concittadini, autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni d’armi, quest’anno ricorre l’80° anniversario della Liberazione, nel ricordo del  25 aprile del 1945, quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, dando l’avvio alla Liberazione d’Italia.

A Lecce, Piazza dei Partigiani resta per noi un luogo simbolico per rammentare il sacrificio di partigiani, antifascisti uomini e donne, che si sono battuti per la libertà. Al contempo occorre valorizzare anche la memoria degli internati militari italiani- quella pagina di storia per troppo tempo accantonata, che Alessandro Natta definì “L’altra resistenza”, proprio perché circa 700.000 militari, dopo l’8 settembre, decisero di non chinare il capo ai nazisti e di non schierarsi con la Repubblica di Salò pagando tale scelta con la deportazione nei campi di concentramento.  

Alcune forze reazionarie  tentano, ancora oggi,  di parlare del 25 aprile come  “Festa della libertà” e non “della Liberazione”. Non riconoscere il valore della Resistenza e dei suoi valori fondativi nella nostra Carta Costituzionale, rappresenta un colpo alla memoria di coloro che hanno combattuto nazifascismo . Un tentativo di distorcere la  storia del nostro Paese che va decisamente rispedito al mittente.

Dal 1949, per opera di un Presidente del Consiglio democristiano e antifascista, Alcide De Gasperi, la ricorrenza del 25 Aprile è stata istituzionalizzata come Festa nazionale della Liberazione del nostro Paese. È una festa, dunque, che appartiene al popolo italiano perché incarna i  valori che hanno scolpito la nostra Costituzione.

Un anniversario denso di significati in cui bisogna ribadire e rilanciare le ragioni dell’antifascismo, soprattutto dinanzi ad uno scenario internazionale in cui sembrano aleggiare ritorni di fiamma verso forme di compressioni democratiche sotto il mantello di un arcaico sovranismo nazionalista parente, non troppo lontano, di quell’isteria sciovinista che generò, nell’Europa dello scorso secolo, lo scoppio di due guerre mondiali.

La storia, purtroppo, insegna che ci sono corsi e ricorsi  a carattere ciclico: viviamo una fase  di  grande smarrimento. Ci fa paura la guerra, quella all’interno della nostra vecchia Europa, al pari di tutti quei conflitti in corso nel resto del mondo, perché nessun luogo è lontano.  Se ne parla spesso in modo irresponsabile, come se fosse una dura necessità o, peggio, una nuova e accettabile normalità. Auspichiamo quindi che l’Europa riscopra si riappropri di una forte vocazione pacifista, proprio perché l’impegno per la pace e il disarmo è un tratto permanente nella lunga tradizione dell’ANPI.

DICIAMO NO A QUALUNQUE TIPO DI RIARMO E SI ALLA PACE con la speranza che le istituzioni comunitarie  ripristinino un indirizzo politico votato al multilateralismo affinché sia la diplomazia a chiudere definitivamente il tragico conflitto in Ucraina

Un pensiero particolare  va rivolto  a quanto accade a Gaza, dopo 17 mesi di bombardamenti violenti e intensivi, su quella terra da sempre martoriata, che hanno causato un’inedita e spaventosa carneficina di palestinesi, bambini, donne, anziani. Invitiamo ad alta voce  il Governo italiano ad assumere ogni misura per mettere fine a questa mattanza con l’obiettivo di riconoscere  finalmente lo Stato di Palestina in una cornice dettata dalla legittimazione di due popoli in due Stati. A tal proposito facciamo nostra la citazione di Papa Francesco quando afferma che La pace è artigianale”. «Non la costruiscono solo i potenti con le loro scelte e i loro trattati internazionali, che restano scelte politiche quanto mai importanti e urgenti. La pace la costruiamo anche noi, “nelle nostre case, in famiglia, tra vicini di casa, nei luoghi dove lavoriamo, nei quartieri dove abitiamo”. La costruiamo aiutando un migrante per strada, visitando un anziano solo, rispettando la Terra maltrattata, accogliendo ogni nascituro. »

Ed è proprio in tema di solidarietà  e sul versante delle politiche di accoglienza che riscontriamo oggi nel nostro Paese una carenza di visione ostruita dalla volontà di erigere muri e di ossessioni securitarie. I problemi veri non vengono riconosciuti:  l’aumento delle migliaia di  famiglie in povertà,  il dilagare del lavoro povero e precario, i  tagli continui alla sanità e alla scuola pubblica, con l’intera Europa che rischia la recessione economica, in cui si produce meno ricchezza e poi la stessa è concentrata nelle mani di pochi. C’è una grande solitudine sociale, il futuro viene visto come un ostacolo insormontabile. E chi ne paga le conseguenze?   La parte più giovane e debole del nostro Paese,  costretta ad  abbandonare l’Italia perché all’estero trova  migliori condizioni di lavoro e prospettive di realizzazione personale. Se sono a rischio le condizioni economiche e sociali del Paese, è l’intero sistema a essere messo in discussione, perché è piu’ fragile la tenuta democratica a vantaggio di pulsioni demagogiche e populiste che  alimentano la lotta tra poveri. Si fa, dunque, la lotta ai poveri ma non alla povertà.

L’Anpi, da tempo, ha avviato un percorso di apertura verso le giovani generazioni e le donne,  come forze portatrici di un vero rinnovamento  in grado di suscitare nuove energie democratiche. Sfidiamo apertamente le critiche di chi prova a svuotare di significato questo nostro impegno perché “lontano dall’attualità” visti i pochi partigiani rimasti in vita. L’Anpi, nel nostro territorio e da tempo, ha avviato un percorso di relazioni e interlocuzioni con gli istituti scolastici per raccontare la Resistenza anche in un’ottica più ampia per evidenziare che, seppur combattuta principalmente nel Nord Italia, ha visto il protagonismo di tanti uomini e donne del meridione e anche della nostra provincia.

Da questa piazza mi piace ricordare, per sintesi,  alcuni dei salentini protagonisti della Resistenza. Enzo Sozzo partigiano e  per 40 anni presidente dell’ANPI di Lecce,  Maria Teresa Sparascio, staffetta partigiana, originaria di Tricase, morta a Langhirano nel Parmense; Umberto Leo a cui è dedicata la sezione cittadina e di cui ricorrono i 10 anni dalla  scomparsa, che ha combattuto  in prima linea alla lotta contro il nazifascismo in Piemonte; il Capitano dei carabinieri Ettore Bianco, nativo di Corigliano d’Otranto, comandante in capo della Battaglia di Bosco Martese, nota come primo scontro in campo aperto tra forze partigiane e nazifascisti, avvenuto il 25 settembre del 1943.

Fortunatamente, nonostante i  continui tentativi di “demolizione” ideale e storica, l’ANPI tutt’ora rappresenta un presidio antifascista e democratico sempre più attrattivo. A tal proposito ho ritenuto opportuno contemplare le parole del nostro Capo dello Stato, Sergio  Mattarella che, in visita ad Auschwitz, disse “Odio e razzismo sono in agguato. Ricordare è dimensione di impegno. E’ la dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince”.  

Per concludere, L’ANPI viene da una lunga storia, quella dell’antifascismo, della dignità e dell’emancipazione sociale del nostro Paese, iniziata durante il regime fascista, proseguita nella Resistenza, continuata nelle lotte per la democrazia e l’attuazione della Costituzione. L’Anpi sarà sempre in prima linea per difendere i pilastri valoriali della Resistenza. Lo faremo con convinzione e determinazione. Non ci stancheremo, pertanto, di chiedere con forza, a qualsiasi Governo, lo scioglimento di tutte le formazioni politiche di chiara ispirazione fascista, che proprio in questa fase storica sembrano aver ritrovato vigore e sostegno. Lo ribadiamo perché esse sono in contrasto   con i valori della COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA nata dalla Resistenza e dalla lotta partigiana.

W l’Anpi, W la Resistenza, W l’Italia Antifascista!