Trump, l’età dell’oro e la divisione tra poteri

Pochi giorni fa, mettendo ordine tra vecchi documenti e cassetti pieni di cianfrusaglie ho trovato due badge che mi hanno fatto quasi commuovere. Erano i miei tesserini universitari, ho studiato Scienze Politiche a Milano, in via Conservatorio. Ho imparato immediatamente che, da buon “scienziato politico”, sono due i libri che dovrei avere sul mio comodino. Si tratta di “Spirito delle leggi” di Montesquieu (1748) ed il saggio di dottrina politica “Il Principe” di Machiavelli (1513). Letture di base per capire meglio la storia delle dottrine politiche moderne e contemporanee.

Il secondo mandato di Trump

Oggi, all’interno di questo spazio, provo a riflettere sull’inizio del secondo mandato di Trump come presidente di quella che viene comunemente definita come la più grande democrazia del mondo. Come inizio non male direi: ci troviamo con la fotografia di un gruppo di persone in catene che sono state espulse dal territorio statunitense. L’amministrazione Trump ha revocato le linee guida del suo predecessore democratico, Joe Biden, che avevano limitato gli arresti per immigrazione vicino a scuole, chiese e altri luoghi sensibili.

Trump ha anche ampliato il potere degli ufficiali dell’immigrazione di deportare i migranti che non possono dimostrare di essere negli Stati Uniti da più di due anni. Il nuovo presidente degli Stati Uniti ha iniziato a fare esattamente quello che ha promesso in campagna elettorale, ovvero  avviare la più grande “deportazione” (per sua stessa definizione) di immigrati illegali che gli Usa (e forse il mondo) ricordino. Riuscirà ad allineare la sua campagna elettorale con il governo reale? Legittimo chiederselo.

Aver paura delle conseguenze altrettanto consentito. Le domande che dobbiamo porci, poi, sono esattamente quelle che Paolo Giordano si fa sul Corriere della Sera, in una bellissima riflessione dal titolo  Trump, la foto dei migranti in catene e la nostra indignazione: è questa l’«età dell’oro» che vogliamo?»: “di cosa dovremmo parlare prima, della ridicolizzazione di 10 anni di sforzi ambientali? Di cosa comporterà smontare l’Oms a 4 anni da una pandemia da milioni di morti? O delle nuove minacce militari a cui siamo esposti?

A rischio i valori democratici e filosofici dell’Occidente

Lo spirito non delle leggi ma della seconda legislatura Trump è chiarissimo: rimettere in discussione alcuni valori democratici e filosofici che davamo per scontati. Dividere l’opinione pubblica, tra buoni e cattivi, per accarezzare l’istinto delle persone più fragili e trovare un nemico comune, fuori da sé e spesso in condizioni dichiaratemene più deboli. Chiudersi nei propri confini, pensare al solo sviluppo (quale?) del proprio Paese ed usare le relazioni internazionali non per una crescita comune per rafforzare idee distorte nazionalistiche. Nessun tentativo di crescita collettiva. Nessun tentativo di “responsabilizzazione” delle scelte per una comunità, interna o internazionale, più coesa e consapevole.

L’avanzare delle destre conservatrici

Sembra essere un minimo comune denominatore, di caratura internazionale e più forte oggi che in altri tempi, di tutte le destre conservatrici nel mondo. Dal primo ministro ungherese Vicktor Orban, al presidente argentino Javier Milei, dall’autocrate Putin al dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Quasi una regressione delle relazioni internazionali capaci di immaginare uno sviluppo armonioso collettivo, basato sul pacifismo, sull’ecologia e sulla lotta delle diseguaglianze per un progresso sociale comune.

L’invasione di campo del leaderismo

Per non parlare, per finire, della relazione del potere economico con quello politico. Il forte leaderismo è questione su cui si riflette da anni, ma ora siamo arrivati in un punto successivo in cui i miliardari, portatori di grandissimi interessi che superano ben oltre gli interessi nazionali dei Paesi dove operano (e non solo quelli) e dove producono guadagni enormi, non si limitano a condizionare il potere politico, ma lo determinano personalmente. Questa commistione la si pagherà in maniera determinante. Sperano solo che non siano i soliti, i più deboli, a farne le spese.