L’edizione 2025 del Bifest s’è fatta ed è stata un successo. Dopo quella del 2024, partita dopo non poche difficoltà, la prima della gestione stabile targata Apulia Film Commission e Regione Puglia ha visto nel capoluogo pugliese oltre 400 ospiti in 8 giorni, nonché 7 milioni di visualizzazioni e 2 milioni di persone raggiunte sui social. Se si contano anche gli appuntamenti collaterali del FuoriBifest, si arriva a oltre 100 eventi diffusi nel centro di Bari.
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Un’edizione che lascia il segno
Qualora non si voglia badare alle cifre, basterebbe scorrere la lista dei ragguardevoli nomi che si sono alternati sotto i riflettori per dare un’idea della qualità del fenomeno: Carlo Verdone e Claudia Gerini, Nanni Moretti, Monica Guerritore, Francesca Comencini, Isabella Ferrari, Giorgio Panariello e Vittoria Puccini, Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Carolina Crescentini, il trio Gazzè-Fabi-Silvestri, Greta Scarano e Matilda De Angelis, Lino Guanciale, Sergio Rubini, Silvio Soldini, Susanna Nicchiarelli, Celeste Dalla Porta, Marianna Fontana, Valentina Bellè, Walter Fasano, Pivio, Alberto Barbera, Felice Laudadio, Maurizio De Giovanni, Antonietta De Lillo e Mark Anthony Green. Tra questi, alcuni hanno ricevuto il premio onorifico “Arte del cinema”.

Sul palco del teatro Petruzzelli, prima dell’ultima proiezione, il presidente della Regione, Michele Emiliano, ha rimarcato la volontà di assicurare lunga vita al festival, “per anni e anni”. Già annunciate le date della 17esima edizione del Bifest, che si terrà dal 21 al 28 marzo 2026.
Standing ovation per Oscar Iarussi
Tantissimi e meritati applausi anche per il direttore Oscar Iarussi, critico cinematografico e giornalista per la prima volta al timone della manifestazione, che ha saputo dare un’identità più marcata alla kermesse. Da una parte ha recuperato la competizione nazionale “Per il cinema italiano”, dall’altra ha battezzato col nome “Meridiana” la sezione internazionale centrandola sulle pellicole in concorso provenienti da paesi del Mediterraneo.

Premiazioni
Il fatto che sia stata chiamata così non è casuale: è sia un riferimento a Camus, sia all’intellettuale barese Franco Cassano, al quale è stato dedicato il premio al miglior film. Quest’anno a vincerlo è stata la commedia drammatica “Everybody calls Redjo” del macedone Ibër Deari, mentre il premio Conserva per la miglior regia se l’è aggiudicato Gala Gracia per “Lo que queda de ti”.
Miglior attore protagonista Fabrizio Ferracane per “La guerra di Cesare” di Sergio Scavio, miglior attrice Angeliki Papoulia per “Arcadia” del greco Yorgos Zois, già nota per “Dogtooth” e “The Lobster” di Lanthimos. Miglior fotografia infine a Roland Plante per “Yunan”.
La giuria di “Meridiana” è stata presieduta dal celebre scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun (che ha anche ricevuto dal sindaco Vito Leccese le Chiavi della Città) e composta dall’accademica egiziana Nadine Makram Wassef, dalla regista franco-siriana Soudade Kaadan, dalla giornalista e sceneggiatrice Antonella Gaeta e dal documentarista albanese Roland Sejko. Davvero consistente l’affluenza alle proiezioni dei titoli internazionali in gara, tutti proiettati gratuitamente di pomeriggio nel rinato Kursaal Santalucia.
Quanto alla sezione “Per il cinema italiano”, anche qui gli spettacoli sono stati pomeridiani e a ingresso libero, però nella cornice del Multicinema Galleria. La giuria popolare, presieduta dalla regista Costanza Quatriglio (coadiuvata da Vincenzo Madaro), ha conferito il premio per il miglior film a “Per amore di una donna” di Guido Chiesa. Il riconoscimento per la miglior regia è andato a Lorenzo Pullega per il film “L’oro del reno”, mentre per la migliore interpretazione è stato premiato l’intero cast di “Paura dell’alba” di Enrico Masi.
Lunghe code agli ingressi
Per entrambe le sezioni quasi sempre lunghe le code agli ingressi, anche sotto la pioggia che ha flagellato il capoluogo pugliese in più giornate. A seguire, incontri con i cineasti moderati da critici. Su una lunghezza d’onda non molto dissimile le interviste tenute da Piera Detassis al Galleria con attrici di rilievo del panorama italiano (“Il segreto dell’attrice”).
Inoltre, numerose le rassegne tematiche parallele: “Doppio testo” (su cinema e letteratura), “A sud”, “Frontiere” (retrospettiva dedicata alla casa di produzione americana A24), “Sarò breve” (cortometraggi), “Pomeriggio al Petruzzelli” e “Rosso di Sera” (film italiani o stranieri in anteprima). I titoli di questi ultimi sono stati: “Le assaggiatrici”, “Un passo alla volta”, “Una figlia”, “Opus”, “Auction”, “L’amore che non muore” e “La vita da grandi”.
Tre appuntamenti d’eccezione

Non possiamo non citare tre appuntamenti di questo ricco cartellone, dato il successo riscosso. Resterà a lungo viva nella memoria la magica serata con la proiezione di “Per un pugno di dollari” (1964) di Sergio Leone, restaurato in 4K dalla Cineteca di Bologna, con la colonna sonora di Morricone eseguita dal vivo dall’Orchestra e dal Coro della Fondazione Petruzzelli, con la direzione del maestro Pietro Mianiti.
È stato un successo anche l’incontro con il professore Luciano Canfora per la presentazione del documentario “Le lezioni della Storia”. Infine, accorsata anche la riproposizione di “Blade Runner” in lingua originale e nella versione definitiva “Final Cut”, con l’introduzione di Enrico Magrelli.
La retrospettiva dedicata a Nanni Moretti
Ciliegina sulla torta, la retrospettiva dedicata a Nanni Moretti, che ha registrato molte affluenze anche tra gli spettatori più giovani. Il regista romano ha inaugurato la stessa domenica 30 marzo, con una ricca lezione di cinema, al termine della proiezione del suo Ecce Bombo in versione 4k restaurata, in un Petruzzelli completamente sold out. Un altro regalo di Moretti al Bifest è stata la registrazione di video introduttivi esclusivamente dedicati alla retrospettiva barese.
Sergio Strizzi – Il momento perfetto
“C’è una grandissima differenza fra essere fotografo di scena ed essere fotografo sulla scena. Perché Sergio Strizzi, nella sua lunghissima carriera fotografica, non è mai stato semplicemente un fotografo di scena, ma un artista dell’immagine, che per lavoro si è spesso trovato sulla scena di un film. Nel mondo immaginifico creato da grandi registi italiani e internazionali, Sergio Strizzi ha trovato il suo sguardo personale ed espresso la sua propria visione del mondo, dei corpi, della bellezza umana, dei luoghi sconosciuti che attraversa.

Il suo occhio, come si vede da tutta la sua produzione e da questa incredibile scelta di scatti, è spesso disallineato, disassato, fuori dalla documentazione del set in cui si trova. È nel film, ma è completamente altro dal film. Per sua stessa ammissione, Sergio Strizzi non si limitava a seguire le indicazioni del regista o della produzione: sui set dei film sui quali si trovava inseguiva la sua storia, e a tratti, si intuisce benissimo, la sua passione.
Si farebbe un grande sbaglio a considerare queste fotografie come una documentazione d’epoca e non come una grandissima prova d’artista. Perché queste foto sono con tutta evidenza arte, alla pari dei film che raccontano. Sono immagini che narrano un percorso parallelo d’autore, che possono sì sfruttare un’occasione, che è quella lavorativa, ma che non si piegano a quella. Evidentemente queste foto raccontano anche una grandissima e irripetibile stagione del cinema, italiano e non solo. Ma la raccontano con la qualità del sogno, dell’incanto.” – Da “La differenza” di Ivan Cotroneo.
In mezzo a tante magnifiche presenze, è però di Silvana Mangano che ci si innamora perdutamente fondendo lo sguardo proprio con quello dell’autore, che ha saputo immortalare mezzo secolo di cinema italiano.
Le eccellenze pugliesi e la crisi produttiva

Inoltre, spazio è stato dato anche alle maestranze pugliesi del mondo del cinema, il cui sit-in davanti al Petruzzelli sin dall’inizio del festival ha puntato a sensibilizzare il pubblico sul blocco del tax credit, che aveva dato lavoro a oltre 700 figure nella regione. Il collettivo pugliese “Cacao” (affiliato a quello nazionale “Siamo ai titoli di coda”) ha avuto modo di salire sul palco la penultima serata, quella del 28 marzo: “In questo momento in Puglia non c’è nessuna produzione, non sta girando nessuno” hanno ricordato ai presenti.
Nonostante tutto, Bari continua a fare la sua parte per tener più viva che mai una tradizione che da sedici anni regala momenti memorabili agli amanti della Settima Arte, vicini e lontani.
A cura di Giovanni De Benedictis, in collaborazione con Andrea Aufieri