Un pareggio tiene ancora in vita artificialmente il Lecce, che sfonda il record delle 13 partite senza vittorie e vede il baratro, con un calendario piuttosto complicato. Esplode la gioia di Krstovic, ma non basta. E arriva la nuova tegola dell’infortunio di Gaspar. Il Verona fallisce il suo primo match point per la salvezza matematica, ma è comunque festa al Bentegodi per il quarantennale dallo storico scudetto di Bagnoli e Galderisi.
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Tutto esaurito al Bentegodi di Verona, la sciarpata dei tifosi omaggia una squadra immortale, quella che quarant’anni fa conquistava uno scudetto incredibile. Maglia celebrativa e grande motivazione anche per i giocatori in campo, che ritrovano il bomber Tengstedt e deve centrare il primo match point per la salvezza matematica.
Complicata la situazione del Lecce, che torna dopo mesi alla diciassettesima posizione in virtù dei tre punti conquistati dall’Empoli contro il Parma, prima vittoria dopo 5 mesi di astinenza per D’Aversa. Krstovic in campo nonostante le difficoltà settimanali, la fiducia rinnovata dal primo minuto a Morente e la sorpresa N’Dri, del quale Giampaolo tesse le lodi nelle dichiarazioni pre-match: “Può essere la sua partita”.
Esplode la gioia di Krstovic
Tensione alle stelle e schermaglie iniziali in campo, con Pierret che butta via la prima occasione calciando molle dalla distanza. Nemmeno Morente sfrutta l’occasione dalla distanza, poi l’arbitro Maresca non sanziona un fallo evidente su N’Dri.
Come auspicato in conferenza pre-partita da Giampaolo, meglio gli schemi per riempire l’area: ottimi gli scambi tra Gallo e Gaspar che ispirano un’ottima azione di N’Dri, sfortunato, al 19′. L’esterno d’attacco subisce anche un brutto fallo che avrebbe fruttato una punizione e un cartellino, ma Maresca non lo vede.
Il momento del gol: dopo l’ennesimo contrasto che spezza l’impostazione dell’Hellas – merito del duo Coulibaly – Pierret – il francese ispira di prima Morente, il quale a sua volta trascina dietro di sé mezza difesa gialloblu e di prima intenzione serve Krstovic, che scaraventa in rete e può finalmente liberare la sua emozione andando ad abbracciare la maglia di Graziano Fiorita, come faceva quando lui segnava e il suo grande amico era ancora in vita. Nikola Krstovic raggiunge il record di 11 gol precedentemente stabilito in A da Lapadula.
Il pareggio di Coppola
Dovendo sopperire all’errato posizionamento di Guilbert, Pierret provoca un fallo evitabile nel tentativo di uscire dalla pressione in area e reimpostare. Sul calcio di punizione che segue, Coppola agisce indisturbato, pareggiando al 41′ con un colpo di testa che trova una parabola sorprendente per tutti, anche per il suo autore, infilandosi nel sette opposto. A un primo sguardo sembrerebbe troppo facile addossare responsabilità a Falcone, ma è evidente anche in questo caso l’errato posizionamento di Guilbert, che prima non segue l’avversario e poi non salta.
Subito dopo il pareggio, arriva il tiro a giro di Krstpvic che avrebbe meritato più fortuna, spegnendosi di poco a lato.
Il secondo tempo dei rimpianti
Le squadre rientrano in campo con due novità: per il Lecce esce Guilbert per Veiga e per l’Hellas via Suslov per Serdar. Nel secondo tempo Hellas più decisa in campo e Lecce con i soliti errori d’impostazione e di ragionamento, come la ripartenza di N’Dri che appoggia per Krstovic perché i compagni intorno a lui non gli danno alternative, ma anche il nostro numero 9 è completamente chiuso e sbaglia movimento. Seguono una serie di pasticci sui calci d’angolo ottenuti con fatica. N’Dri sembra aver lasciato il microchip del gioco del calcio negli spogliatoi, giustificando l’immediata sostituzione con Pierotti.
Meno comprensibile sull’altra fascia la sostituzione della “creatura” di Giampaolo, Tete Morente, che lascia il posto a colui che il mister ha definito come “Vinicius”, cioè Lameck Banda. E proprio da una spettacolare combinazione tra Pierotti e Coulibaly lo stesso Banda sbaglia il tap in di scivolata con Montipò scavalcato. Dopo le ripetute e sfortunate perforazioni del Lecce, il Verona risponde sostituendo Tengstedt con Mosquera.
In ossequio all’equilibrio a centrocampo, vanificato dall’inconcludente Banda, come predetto in conferenza, Giampaolo sostituisce un buon Pierret con l’atteso Berisha. Pochi minuti dopo il secondo slot arriva la tegola Gaspar. A seguito di un contrasto. cade male infortunandosi alla spalla, sostituito poi in lacrime da Thiago Gabriel.
Livramento e Bernede per Niasse e Sarr completano il secondo slot dell’Hellas. Nonostante le legnate prese, Berisha riesce a saltare mezza difesa gialloblù, poi non riesce a servire Krstovic e opta per un tiro debole su Montipò. All’80’ Daniliuc per Valentini completa i cambi anche per i padroni di casa.
Segono 15 minuti di azioni sprecate e rimpianti. Un Rebic seduto in panchina resta a guardare Banda litigare con il pallone e un Krstovic stremato. Il bomber non ne ha più e non riesce a sfruttare due suggerimenti al bacio di Berisha. Al fischio finale il Lecce non può che restare con l’angoscia negli occhi.