Il Lecce gioca per Graziano ed esce indenne da Bergamo.
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Chiariamo subito : ci troviamo a commentare una partita che non si sarebbe mai dovuta disputare.
La salma del povero Graziano Fiorita è ancora in Lombardia, lontana dai suoi affetti in attesa dell’autopsia di rito, ma la Lega Calcio ha ritenuto necessario rispettare protocolli e cavilli (la prima data utile), piuttosto che l’umanità e la solidarietà…insomma i valori dello sport. La burocrazia prima di tutto, senza che valessero alcunché le richieste della Societá e addirittura del Ministro Abodi, che chiedevano un rinvio ad una data più consona (almeno dopo il funerale), come in altre circostanze in cui la morte si è insinuata subdola nel mondo del calcio.
Ma tant’è.
Stasera si è assistito ad una partita surreale, coi giallorossi che sono scesi in campo in maglia bianca e la scritta “nessun valore nessun colore”, solo per ricordare Graziano Fiorita e per non perdere a tavolino. Dall’altra parte, il pubblico di Bergamo che ha applaudito i leccesi e buttato fumogeni in campo a metá primo tempo, in segno di protesta contro la Lega Calcio.
Ed il calcio giocato?
Posto che stasera ha perso lo sport, il Lecce ha onorato la memoria di Graziano strappando un pareggio d’oro, grazie ad un rigore di Karlsson nel primo tempo, pareggiato da un rigore nella ripresa provocato dallo stesso attaccante giallorosso e realizzato dal capo cannoniere del campionato, Retegui.
In mezzo diverse parate di Falcone, che soprattutto nella ripresa, complice l’ingresso dell’ex Cuadrado, ha dovuto fare più di qualche intervento decisivo (tanto chr è stato premiato come migliore in campo) ed un’occasionissima del Lecce, sprecata da Pierotti.
Alla fine un pareggio d’oro, che consente addirittura ai giallorossi di allungare di un punto su Venezia ed Empoli, adesso a meno due, essendo state entrambe sconfitte, e di provare a tenere in vita il sogno salvezza.
Per Graziano. Per tutta una terra. Contro tutti.
