“Marta vuole giocare”: trionfa al Giffoni il grido di libertà del regista salentino Matteo Quarta

Il cortometraggio di Matteo Quarta “Marta vuole giocare” si aggiudica la categoria “Elements +10” per la quale era in concorso alla 55ª edizione del Giffoni Film Festival, tra sogni, pregiudizi e una piccola grande eroina pronta a rompere il ricatto psicologico del patriarcato. Non solo, ma si aggiudica anche il premio speciale dello sponsor Lete Special Award.

Il trionfo al Giffoni

Al Giffoni55 il “Best Short Film Elements +10” è “Marta vuole giocare”, del salentino Matteo Quarta. Marta è una ragazzina con un sogno nel cassetto: diventare una calciatrice e ricalcare le orme del suo mito, Barbara Bonansea, attaccante della nazionale italiana, protagonista anche nel recente Europeo che ha visto l’Italia arrendersi soltanto in semifinale. Per raggiungere il suo obiettivo, Marta dovrà combattere contro un ambiente sociale ostile. Il Giffoni55 si chiude con la premiazione dei film (lungometraggi e cortometraggi) votati da una giuria composta da oltre 5 mila juror provenienti da 30 Paesi.

I temi del Giffoni 55 e la vittoria di Marta vuole giocare

Il passaggio all’età adulta, il rapporto con la natura, le relazioni familiari, l’accettazione di sé stessi e il superamento dei pregiudizi, sono alcuni dei temi affrontati dalle opere in concorso. Si va dal potere dell’amicizia e il superamento della sfida, ad argomenti più complessi che riguardano esperienze umane legate alla resilienza individuale e familiare, al desiderio di identità e appartenenza, all’impatto dei contesti socio-politici sulla vita dei giovani. Senza trascurare l’identità culturale e il ruolo dell’arte e della creatività come forma di espressione e sopravvivenza. Oltre 2500 le produzioni in preselezione che il team di Giffoni ha valutato con grande attenzione per offrire, come di consueto, il meglio del cinema internazionale ai suoi ragazzi.

Il “Lete Special Award” di Giffoni 55 a “Marta vuole giocare”

“Conferiamo il Lete Special Award a Matteo Quarta per un’opera che ha saputo trasmettere, con autenticità e potenza, un messaggio di umanità, perfettamente in linea con il tema scelto quest’anno dal Giffoni Film Festival”.

“Il lavoro di Matteo incarna lo sforzo e la tenacia di andare oltre i prototipi e gli stereotipi, superando i limiti imposti dalla società e restituendo un messaggio che non riguarda solo lo sport, ma parla al cuore dell’umano. Un messaggio che abbiamo sentito fortemente nostro”.

“Come Acqua Lete, viviamo da sempre il mondo dello sport non solo come visibilità o sponsorizzazione, ma come presenza concreta nella comunità, come occasione di inclusione e crescita. In questo senso, il cortometraggio premiato segna per noi un punto di contatto naturale con ciò in cui crediamo: l’importanza di riconoscere lo sforzo, di valorizzare il gesto autentico, di credere in una comunità capace di andare oltre il già visto”.

“Per tutto questo, con convinzione e gratitudine, assegniamo a Matteo Quarta il nostro riconoscimento speciale”. Queste le dichiarazioni a caldo di Gabriella Cuzzone, direttrice Marketing di Acqua Lete, tra i main sponsor del festival.

Le motivazioni ufficiali del premio

Di seguito anche la nota diffusa dal Giffoni: “Il Lete special award 2025 – sezione Elements +10, short films, ha visto sul podio MARTA VUOLE GIOCARE by Matteo Quarta (Italy). Questa la motivazione: “Marta Vuole Giocare è un cortometraggio che trasmettere con delicatezza il messaggio di inclusività e di abbattimento degli stereotipi di genere, narrando la storia di un’adolescente e della sua smisurata passione per il calcio. Marta supera con tenacia il pregiudizio collettivo e l’opposizione familiare per realizzazione del suo sogno, diventare calciatrice”.

“Lete, da sempre vicina ai valori sociali dello sport premia questo film per la sua capacità di incoraggiare le nuove generazioni a non uniformarsi ai pregiudizi comuni e di promuovere l’importanza di una collettività aperta e rispettosa dei talenti di tutti, senza distinzioni di alcun tipo. Il racconto di Marta, ora più che mai, trova testimonianza reale nel magnifico percorso delle Azzurre agli Europei femminili UEFA 2025 e della forza dello sport come potente strumento di affermazione delle pari opportunità”.

“Onorato e grato”: le parole di Matteo Quarta

Così il regista Matteo Quarta, dopo 48 ore di successi: “Sono veramente onorato di aver ricevuto questi premi all’interno di uno dei più importanti festival internazionali legati al cinema e all’infanzia. È un grande riconoscimento ai valori che questo progetto porta avanti fin dalla fase di ricerca e sviluppo e che sono stati declinati anche durante le riprese del film. Vorrei ringraziare principalmente gli oltre mille giurati di età compresa tra i 10 e 12 anni che hanno vissuto con grande passione e grande trasporto le due proiezioni all’interno della rassegna”.

“Marta vuole giocare”: la produzione

Tra oltre 2.500 opere in preselezione provenienti da tutto il mondo, “Marta vuole giocare” si è guadagnato un posto d’onore nella 55ª edizione del Giffoni Film Festival, in corso fino al 26 luglio, nella sezione competitiva “+10 elements”. Un riconoscimento di spessore per il corto scritto e diretto da Matteo Quarta, autore salentino che firma un’opera intensa, necessaria, emotivamente potente. E, soprattutto, capace di parlare ai ragazzi e agli adulti con una lingua comune: quella del sogno, della libertà e dell’identificazione emotiva.

Protagonista di “Marta vuole giocare” è Giulia Coppola, giovanissima e straordinaria interprete che veste i panni di Marta, 12 anni, un talento per il pallone e un mito ben preciso: Barbara Bonansea, simbolo del calcio femminile italiano. Marta ha un solo desiderio: giocare. Ma il suo sogno si scontra con un mondo ancora saldamente arroccato su pregiudizi di genere e frasi sentenziose come “il calcio non è uno sport per femmine”.

Un corto, un manifesto

Il regista Matteo Quarta sul set con Lucia Loré e Giulia Coppola

Il corto di Quarta – della durata di 17 minuti, prodotto da CMA – Creative Management Association, Halibut Film e Movi Production – è molto più di un semplice racconto sportivo. È un manifesto contemporaneo contro il patriarcato, uno specchio che riflette la ferocia degli stereotipi ancora radicati nella società e nelle dinamiche familiari italiane. La sceneggiatura, costruita con il contributo prezioso di quindici donne che hanno condiviso le loro esperienze, rende la narrazione autentica e profondamente umana.

La regia del leccese Matteo Quarta è sobria e calibrata, ma non rinuncia mai all’urgenza del racconto. Lo spazio scenico si fa gabbia e rifugio, ostacolo e possibilità, in un’alternanza visiva tra camera fissa – nei momenti di costrizione familiare – e macchina a spalla nei segmenti di emancipazione. Un linguaggio visivo mai decorativo, ma coerente con le emozioni e la crescita della protagonista.

Rosa, Antonio, e quel cambiamento che inizia in famiglia

Sul set di una delle scene più intense del corto: Fortunato Cerlino, Lucia Loré e Giulia Coppola a tavola

Nel cuore del film si innesta anche il racconto di Rosa, madre di Marta, interpretata con intensità da Lucia Loré. Rosa è una figura chiave: inizialmente rassegnata, spezzata da un contesto familiare oppressivo incarnato dal marito Antonio (Fortunato Cerlino), trova nella determinazione della figlia un nuovo motivo per rialzarsi, per cambiare. La scena madre del film, quella del campo da calcio in cui madre e figlia si ritrovano, è un piano sequenza poetico e liberatorio che incarna il passaggio generazionale della lotta per la libertà.

Un lavoro di grande qualità artistica e tecnica

Grande attenzione è stata dedicata alla fotografia, firmata da Jacopo Marchini, che costruisce la dimensione visiva del film come uno spazio dell’anima. Luci naturali, silenzi eloquenti e giochi di messa a fuoco narrano senza parole l’isolamento, il desiderio e la resistenza della giovane protagonista. Un lavoro raffinato, in punta di piedi, che sfugge gli stereotipi anche nello stile visivo.

Le musiche di Dario Vero contribuiscono a rafforzare l’identità del film: toni synth che evocano sogni infantili, intercalati da orchestrazioni più profonde che danno voce alle fragilità. Marta ha un tema musicale suo, come ogni eroina che si rispetti. Perché in fondo, ci ricorda il film, i veri supereroi sono quelli che trasformano la realtà con la forza della loro volontà.

Matteo Quarta e la sua “trilogia della donna”

“Marta vuole giocare” è solo il primo tassello di una “Trilogia della donna” pensata da Quarta. Ma anche già ora il corto si propone come veicolo educativo: grazie alla collaborazione con il Comune di Monterotondo, la scuola media e società sportive locali, il progetto prevede una distribuzione attiva nelle scuole e nelle giovanili di calcio, per portare il dibattito su genere, sport e pari opportunità dove può davvero germogliare: nelle menti delle nuove generazioni.

Giffoni, la cornice ideale

Essere selezionati per la sezione “+10 elements” al Giffoni Film Festival non è un semplice riconoscimento artistico. È una legittimazione, da parte di uno dei più importanti festival dedicati ai giovani, della necessità di raccontare storie che abbiano il coraggio di dire la verità. Che spingano a riflettere, a mettersi in discussione, a scegliere da che parte stare.

Marta vuole giocare non è solo un film per bambini o per appassionati di calcio. È un atto politico, un’opera che vuole cambiare lo sguardo. Perché Marta siamo tutti noi, ogni volta che ci è stato detto che “non si può”. E ogni volta che, nonostante tutto, abbiamo scelto di giocare lo stesso.

Il trailer di “Marta vuole giocare”