“Lavorare” è il verbo che ha usato più spesso Francesco Camarda nel giorno in cui si è ufficialmente presentato ai giallorossi. L’enfant prodige cuore Milan rappresenta la scommessa più grande in assoluto della società. Il suo contratto, i bonus dei rossoneri e l’accoglienza di media e tifosi la dicono lunghissima sulle aspettative per il diciassettenne.
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“Un ragazzo con la testa sulle spalle”
Francesco Camarda non è uno qualunque, come dice Stefano Trinchera. Dimostra più dell’età che ha. È campione d’Europa Under 17, ha segnato oltre 100 gol con la Primavera del Milan, già 36 con le maglie delle formazioni nazionali minori e ora si prepara alla grande avventura da protagonista in Serie A.
Nel giorno in cui il Milan presenta il quarantenne Modric come colpo, il suo pupillo più coccolato e atteso veste la maglia del Lecce. Non sappiamo se Camarda rimpiange la possibilità di godere delle giocate del croato e degli insegnamenti di Allegri. Quello che è certo è che il suo arrivo è stato voluto e pianificato dall’area tecnica giallorossa di concerto con mister Di Francesco.
“Sono un vero numero 9”
“Io sono un attaccante d’area, un numero 9. L’area è il mio pane”, dice senza mezzi termini. E lo dice con quella schiettezza tipica dei centravanti veri, quelli che parlano poco e segnano tanto. E in effetti ha fissato un bottino ideale che vorrebbe raggiungere, ma non lo dice per scaramanzia.
Il Lecce ha puntato su di lui, e lui ha risposto con entusiasmo, consapevole della fiducia ricevuta e pronto a restituirla con il lavoro quotidiano.
“Lavoro per segnare e migliorare”
Nonostante la giovane età, Camarda ha le idee chiare: vuole segnare, vuole crescere, vuole aiutare la squadra. “Quest’anno voglio sfruttare tutte le occasioni che potrò avere. Darò il massimo per i compagni e per i tifosi”.
Una dichiarazione d’intenti semplice e diretta, che racconta più di mille slogan: questo ragazzo è venuto a Lecce per sudare la maglia.
A colpire, più delle parole, è il suo atteggiamento: mai sopra le righe, sempre concentrato su presente e lavoro.
“Il mio futuro dipende sempre dal presente”, dice con maturità. Niente voli pindarici, solo piedi ben piantati a terra e sguardo fisso sull’obiettivo. Del resto, il treno della Serie A passa veloce, e Francesco lo sa.
Un gruppo giovane e affamato
Camarda arriva in una squadra che lavora da anni sui giovani. Il Lecce, sotto la guida di Corvino, è diventato un punto di riferimento per chi sogna la grande occasione. “Il Lecce lavora con i giovani ed è sempre tra le rose con la media età più bassa. Mi dà tanta autostima nella questione di lavorare sempre più”, spiega, riconoscente verso un ambiente che gli ha aperto le porte con entusiasmo.
Il suo primo impatto con la squadra è stato positivo: “Mi hanno accolto bene. Col tempo diventeremo sempre più stretti”.
E anche con mister Di Francesco, con cui condividerà la nuova avventura nel 4-3-3, l’intesa sembra già partire da una base solida.
Milan nel cuore, Lecce nella testa
Nessun rimpianto per aver lasciato, almeno temporaneamente, casa Milan: “Il Milan è una seconda casa, ma adesso penso al presente”. E quel presente si chiama Lecce, una città che ha già conquistato Camarda per il calore e l’affetto ricevuto.
“Ai tifosi chiedo calore, quest’anno darò il massimo e voglio vederli felici”. Una promessa che suona come un patto: lui ci metterà tutto, ma vuole sentire lo stadio spingerlo.
L’attaccante dei sogni… in costruzione
Fisico, tecnica e fame. Camarda ha tutto per diventare un grande attaccante. “Sono abbastanza veloce e fisico. Devo ogni giorno lavorare per migliorarmi”, racconta, e il tono è quello di chi non si accontenta. Nessun obiettivo svelato, ma una convinzione forte: segnare. A tutti. Sempre. “A chi voglio fare gol? A tutti i portieri di Serie A”.
Nel suo cammino c’è anche la consapevolezza che la strada non sarà facile. Ma lui non cerca scorciatoie: “Ogni situazione richiede il suo tempo”, dice parlando del salto dalla C alla Serie A, un passaggio che affronta senza fretta, ma con costanza. E ogni giorno di allenamento con i difensori duri del Lecce sarà una palestra di crescita.
A Lecce con la famiglia
A fare da motore silenzioso c’è la famiglia, sempre presente, sempre al suo fianco: “Quando io ho detto sì, loro non hanno esitato a supportarmi, anche facendo il sacrificio di venire qui da Milano”.
Genitori che lo seguono ovunque e che continueranno a farlo anche a Lecce. Una spinta in più per fare bene. Perché il talento da solo non basta: ci vuole anche cuore.
Inevitabile la domanda sulla pressione che dovrà gestire un giovane atteso a ristabilire le sorti di una Nazionale alla deriva.
Camarda sembra voler dire solo una cosa: lasciatemi lavorare. “Non ascolto quello che viene detto fuori”, afferma. Lui preferisce far parlare i piedi. E i gol.
Possibile esordio in casa col Milan
Mentre il calendario scorre, all’orizzonte c’è un possibile esordio in campionato proprio contro il Milan. Una coincidenza speciale, che non lo distrae: “Giocherò contro i vecchi amici, ma darò il cento percento per vincere”. Perché la maglia che indossi, in campo, è sempre la più importante.
Trinchera: “Non una scommessa, un investimento”
Francesco Camarda non è una scommessa, è un investimento. Un talento che non si nasconde, ma che sa bene che solo col sudore e la fame di migliorarsi ogni giorno si può costruire qualcosa di grande.
A Lecce troverà spazio, fiducia e una tifoseria pronta ad abbracciarlo.
Ora tocca a lui.